ShorTs: c’è “Medeas”, l’invisibile che piace a Scorsese

TRIESTE. Li potremmo definire i “belli e invisibili”, quei film penalizzati da un'uscita nelle sale da “toccata e fuga”, una manciata di giorni che non concede l'attenzione che meriterebbero. È per questo motivo che lo ShorTS International Film Festival di Trieste lodevolmente decide a ogni sua edizione di puntare i riflettori su quello che, da spettatori, ci siamo persi. Ma esistono casi ancora più estremi, in cui opere italiane di gran pregio non solo non possono contare su una programmazione adeguata, ma la sala nemmeno la vedono.
Casi che hanno il sapore della beffa, come è capitato a una pellicola come “Medeas”, esordio firmato da Andrea Pallaoro e proposto martedì dal festival triestino alle 20 all'Ariston all'interno della sezione Nuove Impronte. Presentato per la prima volta alla Mostra del Cinema di Venezia 2013 nella sezione “Orizzonti”, il film è stato osannato soprattutto dalla stampa straniera, impazzita tanto da evocare paragoni da brivido con Malick e Bresson.
Un debutto che poco più tardi ha ricevuto la benedizione nientemeno che da Martin Scorsese in persona, rimasto folgorato al festival di Marrakech, e che da presidente di giuria ha voluto investire Pallaoro del riconoscimento per la miglior regia.
Quattro paesi hanno voluto prenderlo per distribuirlo, tra cui Usa e Francia, ma in Italia tutto tace da quel settembre 2013, nessuno s'è mosso e il film, beffardamente, sembra esser rimasto confinato nella stessa atemporalità e sospensione infinita che stilisticamente lo contraddistingue.
Ambientato nell'America rurale contemporanea, “Medeas” è infatti privo di connotazioni e riferimenti tanto da sembrare immerso in una bolla, una sospensione temporale che ammanta le vicende dei protagonisti, Ennis, un rigido produttore lattiero che combatte per mantenere il controllo sulla sua famiglia e sul territorio circostante, la moglie Christina (interpretata da Catalina Sandino Moreno, prima colombiana candidata agli Oscar nel 2004 per il durissimo “Maria full of grace”) e i loro figli.
Trentino, 33 anni, Pallaoro è il perfetto esempio del cervello in fuga. Oggi infatti vive a Los Angeles, mecca del cinema cui ha avuto la fortuna di avvicinarsi già sedicenne. «Rigoroso nel suo ricorrere ad anti-spazi, inquietante, da pelle d'oca» definisce il suo esordio la selezionatrice Beatrice Fiorentino, che non nasconde la sua propensione per il film considerata la sua eccezionale potenza.
Rivisitazione del mito classico di Medea declinata al maschile e in chiave contemporanea, «è una storia universale - osserva Fiorentino - di quelle che generalmente non riescono a noi italiani, un film fatto di corpi e di paesaggi con un senso di tragedia a incombere su tutto e un'idea di famiglia tutto fuorchè consolatoria».
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