Shoah, la fine delle sorelle Gentili ricostruita dagli studenti
GORIZIA Era il 7 dicembre 1943. Partirono insieme, destinazione Auschwitz sul convoglio 21T. Con loro altre 160 persone. Arrivarono l’11 dicembre e, lo stesso giorno, furono barbaramente assassinate. Forse troppo anziane per poter essere “utili” in qualche modo. È il triste destino di due sorelle goriziane, Edvige e Margherita Gentili, rispettivamente di 75 e 70 anni, che avevano come unica colpa il fatto di essere ebree. Due settimane dopo, fu ucciso, a 54 anni, anche il figlio di Edvige, Gino Jochnan Schemuel Jona, che era stato deportato da Modena, dove abitava.
Non ci sono foto che le ritraggano, ma i loro nomi rimarranno impressi nella memoria di Gorizia perché domani, alle 12, in via Galilei 4, davanti alla loro abitazione, saranno collocate due pietre d’inciampo a loro dedicate. Per non dimenticare.
L’iniziativa, realizzata dall’associazione Amici d’Israele in collaborazione con gli studenti della 5A (indirizzo amministrazione, finanza e marketing) dell’Istituto superiore Galilei, coordinati dalla professoressa Anna Cosenza, fa parte del progetto “I giovani sulle strade della memoria” voluto dal Comune che ha vinto il bando regionale. E sono stati proprio gli studenti ad effettuare la ricerca sull’esistenza delle due sorelle, deportate da Gorizia durante il rastrellamento del 23 novembre 1943, recuperando un ricordo che, sicuramente è stato condiviso da molti goriziani e che sarà riportato alla luce proprio durante la cerimonia di posa delle pietre. Edvige era vedova da diversi anni di Alberto Eliah Avraham Jona, che aveva sposato nel 1888. Alberto aveva gestito, come pure suo padre Samuele, un’attività di cambiavalute in via Ascoli, vicino alla loro abitazione e alcuni degli studenti hanno potuto vedere la cassaforte che usava, ancora esistente. La mamma di Alberto, Vittoria Abihail Michelstädter, era una zia del noto filosofo Carlo. Edvige, dieci anni prima di Gino, aveva avuto anche un altro figlio, Giacomo, morto però a soli 12 giorni. Margherita invece non si era mai sposata.
Benestanti, da oltre 30 anni avevano ciascuna una governante ariana, Maria Comel e Giuseppina Bassini, essendo Edvige fortemente miope dalla nascita, mentre Margherita era da tempo malata. Nonostante fosse proibito agli ebrei tenere personale “ariano”, in seguito a varie richieste, sia loro, che da parte del medico e dell’avvocato Bruno Luzzatto, motivate anche dal fatto che altrimenti sarebbero dovute recarsi in un ospizio in quanto non più autosufficienti, il prefetto aveva concesso una deroga. Questo magari avrà dato loro l’illusione che sarebbero state lasciate in pace. Non fu così. e i giovani ma noi ci vogliamo impegnare affinché non si ripeta.
«Ringrazio davvero sentitamente chi ha collaborato insieme al Comune, in particolare le scuole e Amici d’Israele per realizzare questa e altre iniziative che puntano proprio a coinvolgere i giovani e sensibilizzarli affinché ciò che è accaduto non si ripeta più – commenta il sindaco Rodolfo Ziberna –. E voglio ricordare che, in regione, è partita proprio da Gorizia la posa delle Stolpersteine, le pietre d’inciampo, ideate dell’artista tedesco Günter Demnig. Ed è su questa strada che vogliamo proseguire». Le prime pietre d’inciampo furono posate a Colonia nel 1992; a tutt’oggi ne sono state posate oltre 75.000 in 26 Paesi di tutto il mondo (in quasi tutta Europa e in Argentina), costituiscono così il più grande monumento diffuso esistente. —
Riproduzione riservata © Il Piccolo