Sgt, 150 anni da signora dello sport
TRIESTE. Guardi la costruzione da lontano e pare la residenza di un principe absburgico a Vienna; da vicino vedi crepe, l’intonaco che cade, gli infissi che non combaciano al meglio. Pensi: è la sede della Società ginnastica triestina che ha 150 anni di vita. Tanti anni e lo si vede. Come una vecchia signora che nonostante il belletto vede palesarsi le rughe. La Ginnastica vive l’ennesima fase della sua esistenza dopo un periodo travagliato – diciamo così – che l’ha privata di risorse finanziarie e, specialmente, della partecipazione entusiastica dei soci.
La Ginnastica (chiamiamola semplicemente come i triestini l’hanno identificata) è nata per educare allo sport, e dunque alla salute, la gioventù dell’Ottocento. Città di immigrazione, popolo cosmopolita, i triestini sono il prodotto di una mescolanza di tutte le popolazioni del Mediterraneo e in più dell’Europa germanica. Quando nasceva la Ginnastica i giovani di Trieste erano già una popolazione bella e sana, ragazzi che potevano dedicare allo sport il surplus di calorie. Trieste era una città ricca e la Ginnastica ben presto ebbe il compito di coltivare idee irredentiste, voglia di far parte dell’Italia che andava affermandosi nell’idea del Risorgimento. I borghesi triestini frequentavano il Carso e la Val Rosandra, nuotavano e faticavano coi remi: lo sport era parte della vita quotidiana. Dal 1863 la Società ginnastica triestina ha dato 125 atleti nelle rappresentative nazionali, 25 olimpionici, riportando 19 titoli mondiali, 24 titoli europei, 196 titoli italiani (107 a opera delle ragazze, altro che quote rosa). Alle olimpiadi del 1936 a Berlino praticamente la rappresentativa della ginnastica era formata da triestini: ricordiamo solo Elda Cividino che è stata la più giovane ginnasta di quell’edizione dei Giochi.
Attrezzi ginnici ma non solo. Le novità erano sempre bene accolte. Così le ragazze erano le migliori in Italia nella pallacanestro, con i tricolori del 1930 e ’31, ripetuti poi negli Anni Cinquanta già con la sponsorizzazione della Stock. I nomi di Nidia Pausich, Nicoletta Persi, dei talenti di Chiara Longo, Licia Apostoli fino a Carolina Meucci contano ancora nella storia della palla a spicchi italiana. Con la maglia bianca e azzurra della Sgt, Trieste ha vissuto un fenomeno incredibile, Tanya Pollard. La mora americana capace di realizzare 40 punti di media in serie A, richiamava 4000 spettatori al palasport di Chiarbola.
Gli uomini del basket non erano da meno delle ragazze: cinque titoli dal 1930 al 1941. Poi la guerra ha bruciato carriere, speranze e addirittura ha spezzato vite. Ma i talenti triestini hanno insanguato le mitiche Scarpette rosse di Milano, guidate da Bogoncelli e Rubini. Alcuni nomi dei campioni giuliani, chiamati in maglia azzurra: Romanutti, Rubini, Premiani, Novelli, Cattarini, Fabiani, Degobbi, Pitacco. La pallacanestro azzurra fino al secondo dopoguerra era fatta da triestini, più qualcuno di altre regioni per integrare la rosa.
Allora questa signora, la Ginnastica, potrebbe vivere i suoi magnifici ricordi solo se ritrovasse nuovamente un ruolo nel panorama dello sport triestino. Sport triestino che vive un momento di livello basso, sarà difficile uscirne. Intanto si spera di trovare dirigenti entusiasti e capaci. Poi i talenti troveranno spazi e modi di emergere. E forse la vecchia Ginnastica troverà altri sprazzi di vitalità nelle discipline più popolari.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo