Sgravi ai nonni che aprono casa ai giovani

Passa in aula la legge sull’invecchiamento attivo. Previste riduzioni della Tasi per favorire la coabitazione anziani-studenti
Due generazioni a confronto su una panchina
Due generazioni a confronto su una panchina

TRIESTE. Il signor Pino, nome di fantasia, è un ottantenne che vive in un comodo appartamento del centro. È vedovo, spesso solo, e l’abitazione è decisamente grande per lui. In più, ahimè, il governo ha reintrodotto la tassa sulla prima casa. Son soldi. Che fare? È la Regione a intervenire in suo aiuto. Con una legge, votata ieri dal Consiglio su spinta del Pd, che presto potrebbe consentirgli di risolvere in un colpo solo sia il problema della solitudine sia quello del risparmio. In effetti, a ben vedere, la norma bipartisan sull’«invecchiamento attivo» che vede come prima firmataria la democratica Renata Bagatin, promuove soluzioni abitative “inter-generazionali”. Cosa significa? Il provvedimento, nelle intenzioni, incentiva gli anziani ad aprire le porte e accogliere giovani, magari studenti a caccia di una stanza ad affitti convenienti. I proprietari in là con gli anni potrebbero ricevere una riduzione, se non l’abolizione, di imposte come la Tasi. «Punteremo proprio su questo», conferma Bagatin.

Una proposta, al momento non indicata con precisione nell’articolato, ma che il partito porterà ai tavoli di dibattito che proprio la norma prevede: la legge chiama a raccolta tutti gli assessorati e li invita a una specifica programmazione a favore degli anziani. Trasporti, welfare, cultura, sanità, sociale e turismo. Tutti, grazie a questo testo, d’ora in avanti dovranno pensare ad azioni concrete per questa fetta della popolazione. L’invecchiamento, d’altronde, è un fenomeno sociale consolidato e riconosciuto: l’Onu stima che nel 2050 gli ultrasessantenni costituiranno il 21,8% del totale; un raddoppio del valore raggiunto nel 2012 (11,5%). Solo in Europa, stando alle stime, si salirà dal 22,5% al 33,6%. Un rapporto sempre più sbilanciato tra popolazione attiva e non attiva a scapito delle cure, dell’assistenza e della previdenza. Il Fvg, come noto, è al secondo posto in Italia per over 65 dopo la Liguria. La provincia con i valori più alti resta Trieste, seguita da Gorizia.

La norma, oltre al welfare abitativo, interviene ad ampio spettro: punta a valorizzare il ruolo delle persone anziane contrastando l’emarginazione. Spetterà alla Regione pianificare annualmente gli interventi territoriali in collaborazione con Comuni, Aziende sanitarie e associazioni. Le politiche attivate dovranno superare la visione strettamente assistenziale per rafforzare piuttosto il sostegno all’autonomia, l’indipendenza personale attraverso nuove forme di istruzione e prevenzione. E di coinvolgimento nell’associazionismo, ad esempio, o nelle attività culturali e sportive. Nelle intenzioni anche i percorsi formativi nell’informatica e la sensibilizzazione per la sicurezza domestica e stradale. Per chi si dedica al volontariato, in particolare, la norma propone il rimborso delle spese sostenute. Un welfare orientato al benessere, che facendo leve sulla domiciliarità cerca di limitare il più possibile l’ospedalizzazione e l’inserimento nelle strutture residenziali.

È in questo ambito che rientra, come viene indicato all’articolo 9 della legge, «la promozione della co-residenza degli anziani anche attraverso la sperimentazione di modelli abitativi inter-generazionali». Un’idea già testata nei Paesi del Nord e che il Friuli Venezia Giulia si appresta a fare propria. «Anziani e giovani insieme - osserva Bagatin - con incentivi di carattere fiscale sulla tassa sulla prima casa, ad esempio. In Europa sono già avanti. Oltre a questo - aggiunge l’esponente Pd - ricordo che questa è la prima legge in Italia che metterà davanti a un unico tavolo tutti gli assessorati e tutte le direzioni per fare proposte e programmare iniziative specifiche. Si tratta di introdurre modalità innovative e trasversali sui temi dell’invecchiamento attivo. Un percorso di avvicinamento ai Paesi europei più attenti e rispettosi dei diritti delle persone - conclude Bagatin - e in generale un contributo al ripensamento di un sistema di welfare meno assistenziale e più promozionale».

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