Sgarbi guarda già oltre le sue “stanze” e lancia le mostre su Dorfles e Nathan

Trieste ha fame di cultura e pensa già al dopo Sgarbi. E lo fa con le idee di Sgarbi. Il vulcanico critico d’arte ieri era in città per presentare “Le stanze triestine di Vittorio Sgarbi e altre...
Di Gianpaolo Sarti
Lasorte Trieste 28/05/17 - Salone degli Incanti, Presentazione Catalogo Mostra Le Stanze Segrete di Sgarbi
Lasorte Trieste 28/05/17 - Salone degli Incanti, Presentazione Catalogo Mostra Le Stanze Segrete di Sgarbi

Trieste ha fame di cultura e pensa già al dopo Sgarbi. E lo fa con le idee di Sgarbi. Il vulcanico critico d’arte ieri era in città per presentare “Le stanze triestine di Vittorio Sgarbi e altre stanze da Nathan a Morandi”, il catalogo che illustra parte della propria collezione di dipinti e sculture esposta al Salone degli Incanti fino al prossimo 20 agosto (probabile una proroga). In conferenza stampa, all’Auditorium dell’ex Pescheria, accanto al sottosegretario ai Beni culturali Cesaro Antimo e all’assessore regionale alla Cultura Gianni Torrenti, il critico ha lanciato una proposta subito accolta dall’assessore comunale Giorgio Rossi: dedicare al più presto una mostra ad artisti di spicco legati alla città. Due i nomi suggeriti: Gillo Dorfles e Arturo Nathan, «il più grande pittore triestino del Novecento, meraviglioso e apocalittico». E su Dorfles: «Una figura attualissima che dovremo onorare prima che muoia - ha osservato Sgarbi- perché è vero che la durata di uomo non può superare i 117-118 anni e Dorfles, triestino, ne ha 107. Potremo sperare che ne viva altri dieci, ma non sarei così sicuro che gli ultimi dieci anni di corsa della vita siano così stabili. Lui tra l’altro ora è meno mobile di quanto è stato fino a due anni fa. Un giorno, quando ne aveva 104, mi disse che non era andato a sciare perché aveva il raffreddore, non per l’età. Ora - ha raccontato ancora Sgarbi - mi pare abbia qualche piccolo problema e non so se per lui sia possibile spostarsi qui, ma certamente sarebbe giusto in questo momento celebrarlo. In vari modi: dedicandogli una mostra a Trieste e la sala di un museo oppure rieditare le opere, visto che è anche uno studioso. Tra l’altro, è bello il rapporto che c’è stato tra lui, Gillo, un autore così astratto e mentale, e una donna come Leonor Fini che è sempre rimasta legata alla figurazione ma in chiave molto psicoanalitica e sofisticata».

D’accordo l'assessore Rossi, sebbene il capoluogo abbia già omaggiato in passato l’eclettico personaggio: proprio al Revoltella, nel maggio 2007, con un’esposizione antologica dal titolo “Gillo Dorfles 1935-2007” che ripercorreva l’intera opera dell’artista e critico. Un’opera che, negli ultimi anni, non ha però conosciuto evoluzioni significative. Ma «Dorfles è una figura straordinaria per quello che ha fatto e per quello che oggi rappresenta - ha affermato Rossi - quindi prendiamo lo spunto di Vittorio. Una mostra su di lui potrebbe essere contestualizzata in un museo come il Revoltella e non il Salone degli Incanti perché questo spazio è occupato per molti mesi. Il nostro obiettivo - ha rilevato - è promuovere il Revoltella che è una realtà abbastanza statica e quindi deve esserci un interesse anche per la città. Il programma è riportare innanzitutto alla luce quanto di eccezionale abbiamo nei depositi e poi puntiamo a valorizzare la Sala Scarpa che può contenere decine di opere. Lo faremo con delle esposizioni di nicchia di artisti triestini e non solo. Saranno mostre cicliche, quattro, cinque l’anno. Il Revoltella deve avere un rilancio impegnativo, quindi potremo vedere Nathan e Dorfles. Una figura, quest’utlima, che va al di là dell’arte».

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