Sfregiate con il chiodo venti auto da “Aguzzoni”
Francesco Fain
Cofani di automobili e porte sfregiate utilizzando, molto probabilmente, un chiodo. Una scena, purtroppo, vista parecchie volte anche in una città proverbialmente tranquilla come Gorizia. Solo che questa volta c’è un’anomalia, nel senso che il vandalo non si è sfogato su una vettura parcheggiata nella pubblica via ma ha colpito “in serie” in un salone automobilistico. Si tratta della notissima concessionaria “Aguzzoni” che, oltre a un vasto parco dell’usato, propone gli ultimi modelli dei marchi Fiat, Lancia e Kia.
Le bocche, all’interno del salone, restano rigorosamente cucite. A malapena ammettono che c’è stato un raid vandalico, ma non aggiungono null’altro. No comment su tutta la linea. Silenzio assoluto.
Conferme arrivano, invece, dai carabinieri di Gorizia che, l’altra mattina, sono intervenuti in via Terza Armata per effettuare i rilievi e tutti gli approfondimenti del caso. Le automobili danneggiate sono una ventina: secondo una fonte, sarebbero addirittura 29, ma anche in questo caso è impossibile ottenere conferme.
A quanto si apprende, gli autori del raid si sono concentrati sulle vetture in esposizione nei piazzali esterni prospicienti a via Terza Armata. Non hanno, pertanto, scavalcato il portoncino ma si sono scatenati esternamente. E hanno sfregiato, senza un perché, porte e cofani. Senza pietà.
Non è dato sapere quali marche e quali modelli sono stati danneggiati. Non si sa nemmeno se si tratta di autovetture nuove o usate perché, all’esterno, c’è un po’ di tutto. Fatto sta che i danni sarebbero ingenti.
Scavando nelle pagine del nostro archivio, “Aguzzoni” balzò, suo malgrado, alla ribalta della cronaca nel 2004 quando dai piazzali della concessionaria sparirono in un colpo solo un’Audi A4 Avant, un’Alfa Romeo 156 e una Golf ultimo modello. Nel mirino era entrata anche una Mercedes 270 Cdi usata (valore di 35 mila euro) ma i ladri vennero traditi, molto probabilmente, dalla batteria scarica. Il furto - secondo le testimonianze raccolte allora - avvenne attorno alle 5 del mattino, subito dopo il passaggio della vigilanza notturna e poco prima dell’arrivo del personale che si occupava delle pulizie. I malviventi non lasciarono tracce del loro “operato”, come aveva potuto appurare la Polizia scientifica intervenuta sul posto. —
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