Sfratti esecutivi, a rischio 120 famiglie
Il nuovo anno si apre con lo spettro degli sfratti esecutivi. Colpa del decreto Milleproroghe, che, almeno al momento, non prevede più il prolungamento dei tempi per gli inquilini alle prese con il contratto di affitto scaduto, a fronte di specifici criteri di difficoltà socio-economica, in termini di basso reddito e di carico familiare (persone malate o più figli piccoli). Il Sunia di Gorizia, calcola che le famiglie a rischio-sfratto siano 120 nell’Isontino, la maggior parte gravitanti tra Monfalcone e i Comuni limitrofi. Un problema che riguarda indistintamente gli inquilini delle case Ater e gli affittuari di abitazioni private. Il presidente del Sunia, Renato Bagolin, esprime la preoccupazione: «Se non subentreranno modifiche al decreto, ci si troverà di fronte a concrete criticità. Il tutto è acuito dal fatto che di 120 famiglie in difficoltà, circa il 60%, una settantina, sono per giunta in stato di morosità. Una condizione di ulteriore aggravamento per questi nuclei familiari, spesso in stato di morosità perchè non sono in grado di sostenere l’affitto, costretti a fronteggiare la mancanza di lavoro. Anche in questi casi solitamente si riusciva a dilatare in qualche modo i tempi. Le emergenze si sommano e non si intravedono soluzioni. Ritengo che l’unica possibilità sia quella di reintrodurre la proroga, per evitare che la situazione possa effettivamente esplodere».
Il presidente del Sunia osserva: «I casi di morosità saranno i primi a ricevere lo sfratto esecutivo. È la prima volta, da 30 anni a questa parte, che ci si trova di fronte a una condizione del genere, in un momento peraltro di crisi economica e occupazionale come quello che stanno affrontando le famiglie. Tutto alla fine rischia di scaricarsi sui Comuni. Recentemente - continua - abbiamo avuto un incontro con i rappresentanti dell’Ater per confrontarsi su questa problematica. Anche l’Azienda territoriale, del resto, ha le sue difficoltà dovendo recuperare circa 2 milioni di affitti per morosità». Quanto ai fondi previsti nel decreto casa, in una sorta di “compensazione” alla proroga per il blocco degli sfratti, Bagolin spiega: «Non abbiamo al momento alcuna notizia, nè indicazioni precise sui possibili beneficiari. Attendiamo ulteriori sviluppi per capire cosa potrà accadere. Certo è che il rischio di vedere numerose famiglie costrette a lasciare gli alloggi è più che reale». L’assessore alle Politiche sociali, Cristiana Morsolin, evidenzia la necessità di disporre di un progetto strutturale in ordine alla questione abitativa: «Di fronte a un’emergenza in evidente crescita, non bastano misure una tantum, ma risposte e investimenti complessivi. La crisi abitativa è profonda, servono un piano nazionale e quindi regionale appropriati». L’assessore Morsolin, in qualità di componente della commissione regionale deputata alle politiche per la casa, ne sollecita la convocazione, dopo l’ultima avvenuta solo l’estate scorsa. «Il nuovo decreto - commenta - ora profila ulteriori difficoltà, c’è il rischio che anche le misure messe in campo per sostenere l’emergenza abitativa vengano vanificate. I Comuni rappresentano la prima frontiera alla quale si rivolgono le famiglie. Abbiamo attivato da tempo un percorso di sostegno intervenendo laddove possibile con mediazioni utili a prorogare la permanenza negli alloggi, a fronte della ricerca programmata di abitazioni alternative, compresa l’anticipazione delle caparre attraverso lo Sportello Casa, fino alla modalità di affittacamere nei casi più estremi. L’ultimo, in ordine di tempo è stato poi il bando aperto a sostegno delle morosità incolpevoli, segnalate alla Prefettura, per il quale stiamo attendendo i contributi dalla Regione».
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