Sfogo anti-Serracchiani, il giudice Nicoli si scusa su Facebook
Il giorno dopo la pubblicazione del giudizio senza appello nei confronti della presidente della Regione Fvg, il magistrato triestino affidato alla stessa piattaforma social la sua difesa. "Era meglio non scrivessi quelle righe per ragioni di opportunità"

Foto Bruni 21.11.14 Michele Carannante in Corte d'Assise-Enzo Truncellito e Giorgio Nicoli,giudici
La bufera innescata dal giudice Giorgio Nicoli con il suo post in cui ha definito "inconsistente e supponente" la governatrice Debora Serrachiani non si è placata.
«Un commento troppo drastico e quindi inopportuno per uno che svolge il mio lavoro. Ma - rileva Nicoli - quando ho fatto quel commento non pensavo al mio ruolo. È vero - ammette - mi rendo conto che ho sbagliato, ma quando si è su Facebook si pensa di essere come al Bar Sport». E prima di affidare proprio a Facebook un proprio commento online ricorda che «quanto accaduto (i commenti politici, ndr) si sono ispirati al fatto che proprio di temi politici sono un appassionato fin dai tempi della scuola».
Insomma un’“attrazione fatale” che nel Palazzo di Giustizia ha innescato una vera e propria, inattesa e devastante, bufera. Nicoli, il giudice di “rimborsopoli”, ritenuto un garantista ante litteram, per molti anni in passato anche pm, da ieri mattina si trova nell’epicentro del sisma che ha scosso il Tribunale triestino. Insomma è lui causa. E lo sa benissimo. Scrive di Facebook: «È una piazza virtuale dove si tende a volte a sottovalutare l’impatto che un qualsiasi commento anche effimero può avere». Poi aggiunge: «Tutti noi cittadini fruiamo della libertà di manifestazione del pensiero ed esclusivamente come cittadino ed utente di Facebook mi è successo ... quello che mi è successo. Nessun “verdetto” in quel mio commento en passant, così come non ci sono “verdetti” nelle opinioni che qualsiasi cittadino esprime in qualsiasi posto. Mi rendo però conto di aver per un attimo (mentre scrivevo quel commento) sottovalutato il fatto che - ricoprendo il ruolo che ricopro - era meglio non scrivessi quelle righe per ragioni di opportunità».
Poi ricorda: «Sono da 4 anni presente su Facebook e ho sempre evitato qualsiasi esternazione che potesse essere inopportuna in relazione al mio ruolo e soprattutto che potesse ferire - anche involontariamente - la sensibilità anche solo politica di chiunque. Mi dispiace se questo è stato il risultato del mio commento e chiedo scusa se da cittadino ho dimenticato per un attimo che le mie parole potevano essere lette come qualcosa di correlato - anche solo alla lontana - al mio ruolo. Desidero solo aggiungere che - come credo molti che mi conoscono potrebbero confermare - ho sempre avuto esternamente e soprattutto interiormente il massimo rispetto per le Istituzioni, per chiunque le rappresenta in quanto eletto dai cittadini, e per tutti coloro che - seguendo qualsiasi spinta ideale - si dedicano alla politica con l’obiettivo di far valere la loro visione del bene comune ed ai quali andrà sempre la mia stima e il mio augurio di avere successo nell’interesse comune, anche quando personalmente posso dissentire da loro o magari avverto spunti per qualche critica».
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