Sfida finale a Gorizia nel capoluogo il test per le regionali 2018

La coalizione che sostiene Ziberna avrebbe comunque la maggioranza in Consiglio. Per Collini nessuna alleanza
Bumbaca Gorizia 20.06.2107 Municipio, dibattito Collini Ziberna © Fotografia di Pierluigi Bumbaca
Bumbaca Gorizia 20.06.2107 Municipio, dibattito Collini Ziberna © Fotografia di Pierluigi Bumbaca

GORIZIA. Sul ring elettorale di Gorizia domani saliranno per il secondo e ultimo round il candidato del centrodestra Rodolfo Ziberna, sostenuto da otto liste, e l’ex direttore Rai Roberto Collini, a capo dello schieramento di centrosinistra, per contendersi il “titolo” di sindaco lasciato vacante dopo due mandati da Ettore Romoli.

Elezioni a Gorizia, ballottaggio Ziberna-Collini

Un match sotto i riflettori nazionali, quello di Gorizia. Si tratta di un attendibile test in vista delle regionali 2018 dove Fi e i suoi alleati intendono aumentare il loro pressing politico non solo in Fvg ma in tutto il Paese, mentre il Pd cerca disperatamente di invertire la rotta per non andare ancora una volta a sbattere contro gli scogli.

Sembra una sfida tra un peso massimo e un welter, almeno stando al peso dei voti ottenuti al primo turno. I due sono divisi da 4659 schede, un distacco difficilmente colmabile, anche se questo è tutto un altro match con tutt’altre regole. Al primo round Ziberna (8543 voti, 49,88%) ha mancato il colpo del ko per ventidue miseri suffragi, quelli che aveva in tasca il candidato sindaco Franco Bertin, ripudiato dalla coalizione di centrodestra di cui lui ambiva far parte.

I due aspiranti sindaco «Pronti a lavorare insieme per Gorizia»
Bumbaca Gorizia 20.06.2107 Municipio, dibattito Collini Ziberna © Fotografia di Pierluigi Bumbaca

Roberto Collini (3884 voti, 22,68%) dopo avere inizialmente esultato per lo scampato pericolo, ha dovuto fare i conti con un altro scenario molto complicato: per effetto dei voti di lista ottenuti (ben superiori al 50%) il centrodestra avrebbe la maggioranza in Consiglio comunale (23 consiglieri contro nove) anche in caso di vittoria del centrosinistra, la classica situazione dell’anatra zoppa. Questo colpo di scena ha però azzoppato anche la campagna elettorale che praticamente si è smorzata come una candela tutta consumata dopo il verdetto di domenica 11 giugno.

Spariti di scena gli altri sette candidati che avevano animato gli ultimi due mesi, non c’è più stata storia. Il ballottaggio è diventato sonnolento, solo una lunga e logorante attesa di un verdetto praticamente già scritto o comunque quasi impossibile da cancellare. Pura matematica. Una fastidiosa appendice per un candidato che aveva già la vittoria in mano al primo turno; una rassegnata rincorsa, tanto per rispettare il copione, per un Collini che però non ha mai veramente alzato bandiera bianca.

Collini: «Non solo non lascio, ma raddoppio»
Bumbaca Gorizia 12_06_2017 Elezioni comunali Gorizia © Fotografia di Pierluigi Bumbaca


Queste due settimane sono volate via senza fuochi d’artificio e grandi polemiche. L’unica, vera scossa, si è registrata appena ieri quando il sindaco uscente Ettore Romoli ha denunciato una mossa “sul filo del fuorigioco” dell’avversario del suo pupillo Ziberna. Dalle segreteria di Collini, in sostanza, è partita una mail destinata ai dipendenti comunali ai quali viene promesso, in caso di vittoria dem, l’acconto che avevano chiesto in fase di rinnovo del contratto integrativo. «È palesamente scorretto», obietta il primo cittadino. «Con il segretario generale valuteremo le iniziative da prendere, potrebbero emergere anche dei reati...». Dopo poche ore a denti stretti Collini ha dovuto ammettere: «È stato un errore, chiedo scusa. Ma non ne ero a conoscenza...».

Tornando al centrosinistra, in queste due settimane ha tentato di incassare i voti delle altre civiche progressiste, ma malgrado i numerosi contatti non c’è stata finora nessuna alleanza e i termini per gli apparentamenti sono scaduti.

Gusti di frontiera, ricette contrapposte
Bumbaca Gorizia 12_06_2017 Elezioni comunali Gorizia © Fotografia di Pierluigi Bumbaca


Al momento non ci sono state nemmeno palesi indicazioni di voto. Ognuno è rimasto sulle sue posizioni, tanto che Collini, salvo accordi sottobanco dell’ultima ora, si è trovato davanti a un muro. Né Portelli, né Picco del Forum, né l’avvocato Gaggioli né le due liste più piccole di sinistra (tutte insieme però valgono 3702 voti) se la sono sentita di appoggiare apertamente Collini. «Io non sono andato a chiedere voti con il cappello in mano», osserva orogoglioso l’ex direttore Rai, il quale nasconde il Pd dietro le sue civiche.

Qualcosa, comunque, prenderà dall’elettorato dei mancati alleati, da quelli che non si riconoscono nelle idee e nei programmi di Ziberna. Ma quanto? Stabilirlo è impresa ardua, in questo secondo round bisognerà fare i conti, con ogni probabilità, con una percentuale di astensionismo superiore al 42% del primo turno. In primis è calato l’interesse per questa sfida elettorale, si è proprio sgonfiato dato il divario di voti, e poi tutti danno per scontato il successo dell’erede di Romoli.

Con Ziberna o Collini Ecco i nuovi scenari
Bumbaca Gorizia 12_06_2017 Elezioni comunali Gorizia © Fotografia di Pierluigi Bumbaca


Tutti al mare? Stando al peso dei voti ottenuti al primo turno,Il terzo elemento da considerare è che siamo a fine giugno, in un clima prettamente balneare dove i goriziani non vedono l’ora che arrivi il fine settimana per andare a Grado anche se è previsto tempo incerto. Questa nuova situazione fa un po’ paura allo stesso centrodestra, tanto che Ziberna fa continui appelli ai suoi: «Guardate che non è finita, dobbiamo tornare alle urne, il risultato del primo turno non conta più. Non abbiamo vinto ancora nulla». Collini, invece, sa che che è davanti a un’impresa difficilissima, è come voler scalare l’Everest in ciabatte e dopo il pasticciaccio di ieri la vetta è ancora più lontana.

In campagna elettorale i duellanti non si sono mai neanche “graffiati” verbalmente, hanno affidato alle seconde linee il lavoro sporco.

Anche il confronto di martedì scorso promosso dal Piccolo nel parco del Comune non ha spostato gli equilibri. I due candidati si sono accontentati di uno 0-0, hanno giocato tutti e due molto coperti nella propria metacampo. Hanno tirato poco in porta, pochi falli e così avanti fino al triplice fischio. Nel confronto era spuntata anche un’ipotesi, formulata da Collini, di un governo amministrativo di larghe intese o meglio basato su cinque punti qualificanti da concordare con Ziberna nel caso che l’avesse spuntata contro ogni pronostico. Ora non resta che “riascoltare” le urne.

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