Sfida all’Europa e ricadute sul Fvg: a rischio risorse per 450 milioni
TRIESTE L’Italia in uscita dall’Europa o l’Europa che chiude i rubinetti all’Italia sono ipotesi che costerebbero al Friuli Venezia Giulia 450 milioni di euro, spiccioli esclusi. Sono le risorse Ue spalmate nei quattro grandi capitoli della programmazione settennale 2014-20 (Por Fesr, Fse, Psr e cooperazione territoriale), entrate che potrebbero venir meno, tanto più nella prospettiva 2021-27, nel caso di rottura dei rapporti tra Roma e Bruxelles.
«Un’uscita dell’Italia dalla Ue è improbabile, ma non impossibile», scriveva a inizio luglio Bloomberg. Pochi giorni dopo, sul Sole 24 Ore, il premio Nobel per l’Economia Joseph Stiglitz chiudeva un po’ più la porta: «Uscire dall’euro avrebbe un costo certo. L’abbandono è solo l’ultima spiaggia». Se però il governo giallo-verde scegliesse davvero la strada di collisione con l’Europa, fino addirittura ad abbandonare l’euro, o se almeno la linea dura portasse a una chiusura dei finanziamenti comunitari, ci sarebbe pure il contraccolpo sulle singole regioni, beneficiate da fondi strutturali per periodi lunghi sette anni. A valere in particolare su quattro grandi filoni, con altrettante direzioni della Regione Fvg coinvolte nell’attuazione dei programmi. Con risultati tra i migliori in un Paese ancora molto indietro nella capacità di spesa: per restare al Por Fesr, a fronte di una media italiana del 5-7%, il Fvg tocca quota 8%.
Quel fondo ha il cappello delle Attività produttive. La dotazione 2014-20 è pari a 230,8 milioni di euro. Alla quota Ue, la principale, che ammonta a 115,4 milioni, si aggiungono 80,7 milioni statali e 34,7 milioni della Regione. Si tratta di fondi divisi in cinque assi: ricerca, sviluppo tecnologico e innovazione; competitività piccole e medie imprese; transazione verso un'economia a basse emissioni di carbonio; sviluppo urbano e assistenza tecnica. Più concretamente le iniziative sostenute via bando sono rivolte al rilancio occupazione, alla creazione di start up, alla collaborazione tra imprese e centri di ricerca, al rilancio della propensione agli investimenti del sistema produttivo e alla riconversione energetica di edifici pubblici e sviluppo urbano.
Con il Fse, Fondo sociale europeo, ci si sposta nell’ambito del lavoro. La somma complessiva è di 276,4 milioni di euro (compresi 11 milioni di una premialità che verrà riconosciuta verificato il raggiungimento degli obiettivi di performance a fine 2018) tra i 138,2 milioni Ue, i 96,7 statali e i 41,5 della Regione. Agendo sugli assi dell’occupazione, dell’inclusione sociale e lotta alla povertà, dell’istruzione e formazione, della capacità istituzionale e amministrativa, dell’assistenza tecnica, la strategia Fvg si assume in particolare l’impegno di contribuire a creare le condizioni per una ripresa del mercato del lavoro, grazie anche al consolidamento e alla crescita del capitale umano, e nel rafforzare la sua azione di contrasto ad ogni forma di esclusione sociale.
Il Psr, Programma di sviluppo rurale, vale invece, sempre nel periodo 2014-20, 292,3 milioni, di cui 126 messi a disposizione dall’Europa, 116,3 da Roma e una cinquantina dalla Regione. Due gli obiettivi chiave, migliorare la competitività dell'agricoltura e dei produttori primari e concorrere alla preservazione e alla valorizzazione degli ecosistemi, declinati in sei priorità che guardano all’innovazione, alla redditività delle aziende, all’organizzazione della filiera alimentare, al ripristino della silvicoltura, all’uso efficiente delle risorse forestali, allo sviluppo economico nella aree rurali.
Resta infine la cooperazione. Il Fvg, per effetto della propria collocazione geografica, è l’unica Regione, assieme al Veneto, a partecipare a 11 programmi rientranti nell'Obiettivo cooperazione territoriale europea (Interrreg) sui 19 programmi che vedono coinvolta l’Italia. Nel dettaglio, tre programmi transfrontalieri (con Slovenia, Austria e Croazia) quattro transnazionali (Alpine Space, Central Europe, Adrion e Med) e quattro interregionali (Europe, Urbact III, Espon e Interact). Ad oggi, informano gli uffici regionali, la partecipazione ai bandi ha portato al territorio fondi per complessivi 79 milioni comprensivi della quota Ue (una settantina di milioni) e del cofinanziamento nazionale, garantito dallo Stato ai beneficiari pubblici fino a un massimo del 15%. —
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