Sfida all’Authority, Portorosega a Monfalcone è un caso
MONFALCONE «Uno non può perdere tutto e l’altro prendersi tutto. Con l’Autorità di sistema bisognerà trovare un equilibrio nella governance dello scalo di Monfalcone, ci deve essere un passaggio graduale e concordato. Prima di tutto ci dovrà essere anche il Comune di Monfalcone, bisognerà fare un’integrazione al decreto che deve essere rivisto».
Mentre alle sue spalle la Compagnia portuale, sotto lo sguardo vigile del numero uno di Tmt Fabrizio Zerbini, stava ultimando a tempo di record il carico del secondo convoglio di carri ferroviari con le bramme dirette alle acciaieria di San Giorgio (e contemporaneamente sparivano dalla strada altri 16 carichi eccezionali), l’assessore regionale ai Trasporti con una sola frase metteva un macigno sul decreto del presidente della Repubblica che dal 14 giugno ha deciso il passaggio di Portorosega all’Autorità di sistema portuale governata da Trieste.
Altro che sei mesi di confronto tra Regione e Autorità di sistema (come recita il decreto) per le consegne, nessun passaggio di lavori, cantieri, concessioni e stazioni appaltanti. Come era emerso alcune settimane fa, quando la direzione regionale alle infrastrutture aveva convocato un vertice in Azienda speciale porto con tutti gli operatori e i soggetti che realizzano infrastrutture (fra tutti il Consorzio industriale) e aveva lasciato fuori il nuovo «padrone di casa», Zeno d’Agostino, non è stato affatto un caso. E la riprova è stata l’assenza, ancora una volta di quello che ormai è un “presunto padrone di casa” (probabilmente non è stato nemmeno invitato) a un evento molto importante per Monfalcone, il trasferimento delle bramme su rotaia per togliere i carichi eccezionali dalla strada.
«Oggi non era prevista la presenza dell’Autorità di sistema - ha spiegato, da reale padrona di casa, quasi più che la Regione con l’assessore Pizzimenti, il sindaco di Monfalcone Anna Cisint che è anche vice-presidente dell’Azienda speciale porto - sul porto Comune e Regione hanno idee e obiettivi precisi, e comunque a fine luglio, il 27, abbiamo convocato una grande riunione in cui ci sarà il presidente Massimiliano Fedriga e sono stati invitati tutti i soggetti del porto, gli operatori. Anche la Capitaneria e l’Autorità di sistema portuale. Inizierà un percorso di confronto per il futuro del porto».
Nessun arretramento, nessuna cessione o concessione all’Authority di Zeno D’Agostino. La Regione in base alla legge regionale 12 del 2012 tiene «saldamente in mano» il porto, la gestione delle concessioni e la governance. E se si volesse cercare altre prove del fatto che il decreto del presidente della Repubblica non ha alcun valore («ha qualche problema, va interpretato e cambiato» ha ribadito Cisint) dovrebbero bastare le ulteriori precisazioni dell’assessore Pizzimenti. «L’Escavo del canale di accesso al porto di Monfalcone sarà gestito dalla Regione - ha dichiarato - che ha fatto fare il progetto, ha stanziato i soldi e gestirà anche i lavori. Lo stesso per il piano regolatore del porto. A ottobre avremo le direttive del piano e partirà il confronto con tutti i soggetti interessati». E una parte di grande rilievo nella stesura, l’avrà il Comune di Monfalcone.
E le bramme? Mentre il convoglio ferroviario sfilava diretto alla stazione, l’assessore ha confermato: «Puntiamo a un terzo di bramme via mare, un terzo su treno e il resto su gomma. È un periodo sperimentale e poi dipenderà dalle richieste dei laminatoi». —
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