Settemila ex soci Coop passati con Nordest

Il presidente del colosso emiliano Cattabiani: «Buona percentuale di adesione. Tornassimo indietro, rifaremmo l’investimento»
L'assemblea dei soci di Coop Nordest alla Marittima (Lasorte)
L'assemblea dei soci di Coop Nordest alla Marittima (Lasorte)

TRIESTE «Potendo tirare indietro le lancette dell'orologio rifaremmo l'investimento». Il presidente di Coop Nordest Paolo Cattabiani, ieri a Trieste per partecipare all'assemblea dei soci che ha votato la modifica dello statuto in vista del progetto di fusione “Coop Alleanza 3.0”, promuove la presa in gestione dei punti vendita della cooperativa triestina affondata, avviata dopo concitate trattative l'estate scorsa. A dispetto del momento, spiega Cattabiani, i primi mesi di attività sono stati discreti: «C'è ancora del lavoro da fare, anche perché un'unità commerciale dopo una fase così tribolata va rodata. Inoltre noi abbiamo i negozi dal primo di luglio, con le ferie di mezzo e le particolarità che Trieste ha durante il periodo estivo. Nel complesso siamo soddisfatti».

Il presidente di Coop Nordest è soddisfatto anche dell'esito del travaso dei soci da Coop operaie alla Nordest. Un'operazione il cui andamento non era scontato (sono in corso in questi giorni i risarcimenti di chi con il crack triestino aveva perso molti risparmi): «C'è una buona percentuale di adesione. Ad oggi circa 7mila soci di Coop operaie si sono associati anche con noi. Dal punto di vista fiduciario c'è molto da costruire, però i primi numeri non sono affatto deludenti».

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Il centro direzionale delle Cooperative Operaie di via Caboto

L'assemblea di ieri era una delle 23 che si stanno facendo in tutta la cooperativa, in un processo di consultazione iniziato il primo settembre e finirà il 23 del mese. Altre 54 incontri analoghi si svolgeranno nello stesso periodo tra le cooperative che andranno a fondersi con Nordest creando un nuovo soggetto, ovvero Coop Adriatica e Coop Estense. Tra i temi usciti c'è stata anche la garanzia del prestito: «Capisco che chi è rimasto scottato da Coop operaie e Coopca abbia preso paura - ha commentato Cattabiani -. Ma dal punto di vista della sicurezza, in termini di solidità patrimoniale, i soci possono stare tutti tranquilli».

Il primo punto all'ordine del giorno sono state le proposte di modifica allo statuto della cooperativa. Si tratta di modifiche con le quali la coop prende atto delle nuove norme imposte dal legislatore nazionale: si tratta di una presa d'atto giuridica, compiuta in un momento di transizione. Se tutte le assemblee voteranno a favore della norma questa andrà in vigore il 5 di ottobre prossimo, per finire poi il 31 di dicembre, quando Coop Nordest si estinguerà per confluire nel nuovo soggetto, Coop Alleanza 3.0. Spiega la cooperativa: «La nuova realtà potrà essere la più grande cooperativa italiana ed europea, con 2.7 milioni di soci, un fatturato di circa 5 miliardi di euro, 419 punti vendita e oltre 22mila dipendenti. La nuova cooperativa racchiuderà già nel nome la sua identità: nella parola "Alleanza" il radicamento ai valori mutualistici della cooperazione e in "3.0" l'attenzione alle sfide innovative che bisognerà affrontare».

Al di là degli inevitabili toni trionfali, fonti interne a Coop Nordest assicurano che la fusione non comporterà impatti negativi sulla realtà triestina. Semmai, aggiungono, Trieste sarà avvantaggiata dall'essere inserita in un sistema ancora più robusto. La nuova cooperativa si estenderà grazie a una presenza territoriale diffusa, dall'Emilia Romagna al Veneto, dalle Marche alla Puglia, dal Fvg all'Abruzzo e la Basilicata, con presidi in Lazio, Campania e Sicilia. Il progetto di fusione è stato fortemente voluto dai cda e dai presidenti delle tre coop: Cattabiani per Coop Nordest, Adriano Turrini di Coop Adriatica, Mario Zucchelli di Coop Estense. Ieri i soci hanno votato il progetto di fusione, con lo statuto, il regolamento dello scambio mutualistico e il regolamento del presidio sociale. «Quest’ultimo è stato pensato per rinsaldare il patto tra cooperativa e socio, individuandone diritti e doveri - spiegano le Coop -. Il regolamento del prestito sociale è volto ad assicurare ai soci prestatori ancora più garanzie e a consentire la piena conoscenza degli andamenti gestionali e dei meccanismi di raccolta e impiego».

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