Sette nuovi “avvisi” per le spese pazze
Doveva essere l’ora delle prime contromisure delle difese sui 350mila euro di spese folli a palazzo contestati ai “famosi” 22 indagati, difese rappresentate da fior di avvocati. Si è rivelata essere - oltre a quella in cui il Codacons a sorpresa ha chiesto di potersi costituire parte civile - pure l’ora di nuove mosse dell’accusa. Accusa che proprio in questi giorni ha notificato sette avvisi di conclusione delle indagini sul fascicolo parallelo per peculato causa mancata restituzione di beni strumentali (per un totale di circa 47mila euro tra lavatrici, tv, cellulari, mobili e via dicendo) e che ora si appresta a chiedere appunto sette ulteriori rinvii a giudizio a carico. Sei sono riferiti ad altrettanti personaggi che già rientrano nei 22: i due berluscones Antonio Pedicini e Gaetano Valenti e i quattro padani Danilo Narduzzi, Enore Picco, Federico Razzini e Ugo De Mattia. Il settimo, sotto inchiesta per ricettazione, è Gilberto Coppini, il genero dello stesso De Mattia: è accusato di aver venduto l’i-phone, da 300 euro, che il suo parente politico aveva invece sostenuto d’aver buttato via in quanto non funzionante. Una versione che stride con le intercettazioni fatte su quel telefono quando ormai era in mano all’ignaro acquirente.
Ma questa è, in realtà, la seconda puntata. Torniamo alla prima. L’affollato appuntamento di ieri davanti al giudice per l’udienza preliminare Raffaele Morvay, cui il pm Federico Frezza aveva inoltrato a fine maggio l’istanza di rinvio a giudizio (in particolare per peculato) dei 22 indagati coinvolti nella maxi-inchiesta sulle spese pazze del Consiglio regionale, è stato in effetti aggiornato al 23 settembre senza decisioni definitive. Il giudice, nell’occasione, si è impegnato davanti ai legali a chiudere la “partita” verso la metà di novembre, tra eventuali udienze di discussione e sentenze, riservandosi di decidere sempre il 23 settembre sulla doppia istanza di costituzione di parte civile del Codacons nazionale e regionale avanzata dall’avvocato Iacopo Cimenti.
In udienza è però emersa, questa sì, nonostante essa sia vissuta anzitutto sulle consuete eccezioni preliminari, una serie di “orientamenti” - da formalizzare proprio nell’udienza di settembre, ma che entro quella data potrebbero anche cambiare - a proposito di eventuali patteggiamenti e richieste di ammissione al rito abbreviato. I patteggiamenti potrebbero riguardare più che altro la storia dei biglietti aerei “gonfiati” e interessare così Edouard Ballaman (nove mesi e 250 euro di multa per peculato e truffa più circa quattromila euro di risarcimento del danno, per lui il pm ha aperto alla possibile applicazione della condizionale in ragione della precedente pena per peculato per uso indebito dell’auto blu “contenuta” a un anno) e del suo tour-operator Matteo Caldieraro (due mesi per favoreggiamento). Ballaman e Caldieraro sono tutelati rispettivamente dagli avvocati Giovanni Borgna e Lorenzo Favero. L’opzione del rito abbreviato (condizionato eventualmente all’approfondimento di determinati documenti investigativi) non è stata invece esclusa per il democrat Alessandro Tesini, per lo stesso Pedicini e per l’altro ex Pdl Piero Tononi, difesi rispettivamente da Carlotta Campeis, Stefano Blasone e Claudio Giacomelli.
Per gli altri 17, al momento, a quanto è stato dato sapere nella giornata di ieri, è improbabile si vada nella direzione di un patteggiamento mentre quella dell’abbreviato resta una possibilità, così come lo è quella dell’istanza del proscioglimento avanzabile dalle difese, per poi “giocarsela” - in caso di rinvio a giudizio - in un processo ordinario. I 17 in questione sono rappresentati dagli avvocati Luca Ponti (che difende i democrats Gianfranco Moretton, Sandro Della Mea e Daniele Gerolin, i berluscones Elio De Anna, Massimo Blasoni e Daniele Galasso per il quale per inciso è stata archiviata la posizione nel filone-bis dei beni strumentali, Roberto Asquini del Gruppo misto e lo stesso Narduzzi), Giovanni Borgna (che difende a sua volta, oltre a Ballaman, i forzisti Maurizio Bucci e Piero Camber, la leghista Mara Piccin e lo stesso Valenti), Riccardo Seibold e Federica Bassetto (che assistono rispettivamente gli “esterni” Everest Bertoli e Paolo Iuri), nonché Caterina Belletti, Andrea Gaiardo, Alberto Tofful, che tutelano infine i tre leghisti Razzini, Picco e De Mattia.
Non è escluso, ancora, dopo che ieri alcuni avvocati l’hanno prospettato, che il 23 settembre sia accorpato il procedimento-bis sui beni trattenuti per cui, di questi tempi, il pm ha notificato come detto la conclusione dell’indagine. A Pedicini - ironia della sorte, l’unico dei 22 presente ieri in mezzo a un mare di legali - Frezza contesta la cifra di gran lunga più alta: 25.457 euro tra il 2008 e il 2012 per un bel po’ di materiale informatico ed elettronico e pure per ricambi d’auto. Seguono in ordine Narduzzi, con 13.057 euro in tre anni per mobili, più lavatrice e tv, Razzini con 3.994 per tendaggi, un divano e un’altra tv, Picco con 3.360 per vari accessori e mobilio, Valenti con 1.004 euro per spese sull’automobile tra il 2010 e il 2011, e infine De Mattia con 300 euro. Quelli dell’i-phone finito nel cestino e poi venduto via internet dal genero.
@PierRaub
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