Sesso per soldi in via Manna Gli accusati verso il processo

Lo chiamavano “il nonno” per via della sua età, non certo verde. La vicenda era iniziata con una soffiata. Il nome di Alessandro Pedrotti, 67 anni, era finito in un rapporto della Squadra mobile dopo...
Lasorte Trieste 30/11/16 - Via Ruggero Manna 9
Lasorte Trieste 30/11/16 - Via Ruggero Manna 9

Lo chiamavano “il nonno” per via della sua età, non certo verde. La vicenda era iniziata con una soffiata. Il nome di Alessandro Pedrotti, 67 anni, era finito in un rapporto della Squadra mobile dopo che una donna lo aveva denunciato dicendo agli investigatori di quella che un tempo era la Buoncostume che l’uomo le aveva proposto di tornare a prostituirsi e per questo le aveva indicato anche il luogo: un insospettabile e soprattutto anonimo appartamento in via Ruggero Manna 9.

Così da quel momento gli agenti avevano cominciato a tenere sotto osservazione quel luogo. Il “nonno” però, sentendo il fiato sul collo, era fuggito in Bulgaria. Ma alla fine era stato raggiunto da un ordine di arresto internazionale e anche estradato.

Venerdì comparirà in aula davanti al gip Laura Barresi che dovrà decidere riguardo il rinvio a giudizio chiesto dal pm Pietro Montrone. Pedrotti è accusato di sfruttamento della prostituzione. È difeso dall’avvocato Laura Pastorelli. Con “il nonno” sotto accusa per i medesimi reati Angel Angelov, 35 anni, bulgaro. È ritenuto il socio di Pedrotti. Il suo ruolo - stando alle indagini - era quello di indicare dove il gestore della casa di via Manna poteva trovare qualche ragazza da far lavorare. Secondo gli accertamenti della Squadra mobile, Alessandro Pedrotti aveva “ospitato” nel suo appartamento un buon numero di prostitute che faceva arrivare direttamente dall’estero e poi ad ogni prestazione prendeva il corrispettivo di 50 euro.

Ecco cosa, nel corso delle indagini, ha detto di Pedrotti alla polizia una prostituta che spesso aveva esercitato in via Manna: «Ogni volta che siamo in Italia ci fermiamo a Trieste e siamo ospiti di un uomo che chiamo il “nonno”. Me lo aveva indicato un’amica che adesso è tornata in Bulgaria. Con Alessandro Pedrotti c’era un tacito accordo ovvero che io dormivo con lui e non pagavo l’affitto della camera».

Ma a incastrare definitivamente il “nonno” sono state le intercettazioni telefoniche. Quelle dei clienti che contattavano le prostitute. Non solo donne, ma anche trans. Per quasi un anno, in quell’insospettabile edificio è andato così in scena un giro che ha coinvolto decine di ragazze soprattutto bulgare e al richiamo del quale, a quanto pare, non sono stati insensibili numerosi clienti, diversi dei quali triestini.

L’appartamento di via Manna aveva attirato clienti provenienti anche dalle province di Udine e Gorizia con un incasso stimato di oltre 15mila euro solo nell’arco dell’ultimo mese e mezzo. Un fatto che conferma come Trieste sia diventata ultimamente una sorta di “Eldorado” della prostituzione anche a livello regionale. Così almeno risulta dalla provenienza geografica delle telefonate giunte alle squillo e intercettate dagli investigatori.

Certo è che di fronte alla domanda è cresciuta anche l’offerta. E c’è stato appunto chi, come hanno accertato gli investigatori, in via Manna si era specializzato proponendo incontri particolari. Sesso diversificato, per tutti i gusti. Anche quelli di insospettabili padri di famiglia che, convocati in Questura, non hanno avuto molte difficoltà a raccontare «purché non se ne parli, purché non si sappia». Perché di fatto in questa indagine a tutto campo i clienti rappresentano l’anello debole.(c.b.)

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