Sessanta studenti a Scienze religiose

Adesioni consolidate, spirito di pura partecipazione. Su queste tracce si sono riaperti i battenti dell'Istituto di Scienze religiose di Trieste, l'istituzione con sede all'interno del Seminario vescovile, il centro accademico collegato alla Facoltà teologica del Triveneto. Formazione teologica di laici e religiosi, percorso per aspiranti insegnanti nel campo della dottrina cattolica. Il triennio in atto a Trieste mantiene intatti non solo obiettivi e proposte ma sembra poter vantare anche conferme dal fronte delle adesioni, registrando anche quest'anno una sessantina di studenti di cui 17 matricole e oltre una quarantina di ordinari ( frequentanti). «Numeri costanti degli ultimi cinque anni - ha ribadito don Louis Okulik, direttore dell'Istituto di Scienze religiose - manteniamo questa cifra per noi importante, numero che vede al suo interno una percentuale equa tra uomini e donne ma anche molti giovani. L'altro fattore importante del nostro Istituto risiede nel clima generale - ha aggiunto il sacerdote - un buono spirito di partecipazione e un clima sereno sono alla base dello studio e del lavoro che noi proponiamo nei corsi, obiettivo anch’esso raggiunto direi. Possiamo affermare che si tratta anche di un esempio positivo di incontro tra generazioni, studenti e docenti».
Primo atto di scena ieri, con la cerimonia di apertura dell'anno accademico allestita nell'Aula Magna del Seminario vescovile, una vernice quest'anno speciale, affidata anche all'intervento di Alessandro Clemenzia, sacerdote e docente di Ecclesiologia presso la Facoltà teologica dell'Italia Centrale a Firenze. Un tema intenso in cattedra, in parte figlio dei tempi e in tale ottica non di agile assimilazione, dal titolo "Che cosa è l'uomo, perché te ne curi? Riflessioni sul nuovo Umanesimo in Gesù Cristo", strettamente legato agli spunti che andranno a caratterizzare il Consiglio nazionale della Chiesa Cattolica, in programma nel 2015 a Firenze. «Tema arduo, è vero - ha sottolineato il relatore - ma i tempi lo richiedono, serve una degna rilettura del concetto di umanità, un qualcosa che non deve esser censurato nella strada verso la santità ma che va riscoperta, valorizzata, riproposta ai nostri giorni anche con la forza di un paradigma relazionale, cercando soprattutto - ha aggiunto il teologo - dando nuovo valore all'"altro". Ricordiamoci che Cristo, rivelandosi Dio ci dice soprattutto chi è l'uomo».
L'anno accademico sarà scandito da questa programmazione ma per una decina di studenti è ora tempo di festa. La cerimonia di ieri ha infatti accolto i neo laureati in Scienze religiose: Amerigo Muschi, Federico Gizdic, Raffaella Petronio, Alessandra Jazbec, Elisabetta Anglanti, Patrizia Crevatin, Stefano Rigotti, Paolo Muggia e Valentina Baldas.
Francesco Cardella
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