Sessanta giorni in Antartide da raccontare con un blog

Sul sito del Piccolo il diario dei ricercatori dell’Ogs sulla spedizione che parte il 13. A bordo della nave Explora nel Mare di Ross studieranno i cambiamenti climatici

TRIESTE. Abbigliamento rigorosamente a cipolla. Calzamaglie, pantaloni come se si andasse a sciare, pile, giacche imbottite e impermeabili, scarpe anti-infortunistiche, occhiali speciali per i forti raggi ultravioletti. Immancabili: guanti e cappelli. Il 13 gennaio si parte per l’Antartide.

 

Diario di viaggio in Antartide: 60 giorni agli Antipodi a bordo della OGS Explora

 

Chi? I ventidue ricercatori e tecnici, metà dei quali hanno già partecipato a missioni del genere, che salperanno per una spedizione speciale con la nave Explora di proprietà dell’Istituto nazionale di Oceanografia e Geofisica Sperimentale (Ogs) di Trieste. L’unica nave italiana per la ricerca oceanografica equipaggiata per acquisire dati (anche) in ambienti polari. Saliranno a bordo dal porto di Hobart, in Tasmania, per arrivare nella zona operativa del Mare di Ross, dove si applicheranno, detta in soldoni, nello studio dei continui cambiamenti climatici.

 

Foto Bruni Trieste 07.01.2017 OGS-alcune dei ricercatori che partono per l'antartico:E.Olivo-I.De Santis-M.Rebesco e V.Kovacevic
Foto Bruni Trieste 07.01.2017 OGS-alcune dei ricercatori che partono per l'antartico:E.Olivo-I.De Santis-M.Rebesco e V.Kovacevic

 

Alcuni dei dodici membri della spedizione che fanno parte dell’Ogs ci terranno aggiornati per tutti i 60 giorni di viaggio tramite il blog attivo sul sito del Piccolo. Intanto, comandante e marinai che formano l’equipaggio della nave - 18 persone - sono già partiti il 6 dicembre da Crotone, assieme a un medico che veglierà sulle sorti di tutti. Hanno attraversato il canale di Suez, «e proprio lì nel Mar Rosso - racconta Laura De Santis dell’Ogs - hanno imbarcato un gruppo di professionisti, munito anche di armi, per fronteggiare eventuali aggressioni dei pirati. In quel punto infatti non abbiamo avuto loro tracce perché per non rilasciare segnali avevano oscurato il satellitare». Nessun corsaro per fortuna ha attentato all’incolumità del team guidato dal comandante triestino Franco Sedmak. All’interno del continente artico le temperature possono arrivare a meno 80 d’inverno, ma per fortuna gli studiosi saranno al riparo da questi sussulti invernali. Ci saranno pochi gradi sotto lo zero nell’area «ma il vento - avverte De Santis - può abbassare molto la temperatura in cui lavoreremo».

 

Nel cuore dell’Explora, la nave delle ricerche
Foto Bruni 16.03.13 OGS EXPLORA nave laboratorio-visite a bordo

 

In 60 lunghissimi giorni un po’ di svago però ci sta. Otto le ore al giorno di tempo libero e altrettante di lavoro. Tra le 22 cabine doppie disponibili per dormire, i 73 metri di lunghezza e i 18 di larghezza, trova posto anche una fitness room. «E ci dicono che è anche bella» esclama Laura. Lì si terranno ben allenati. Ci voleva per non appesantirsi troppo con il cibo inizialmente fresco - poi si dovranno accontentare di scatolette e verdura surgelata - proveniente dalla cambusa. Nelle ore ludiche si leggeranno libri e guarderanno film. «Io riuscirò finalmente ad avere la quiete giusta per lavorare, cosa che magari a casa, tra bambini e famiglia, non si ha» dice Laura, alla sua quinta spedizione in Antartide. Prima di tutto comunque dovranno arrivare nel Mare di Ross appunto. Ci vorranno dieci giorni di navigazione dalla Tasmania alla zona operativa.

La tabella di marcia del viaggio e del lavoro è già ben che pronta per ottimizzare i tempi. Geofisici, geologi e oceanografi - tra una pastiglia e l’altra per il mal di mare - si occuperanno di esaminare in lungo e in largo le acque e i fondali del mare con tante strumentazioni. Ad esempio con gli idrofoni potranno registrare le onde acustiche per comprendere il paleoclima. «Cercheremo di capire i meccanismi con cui il ghiaccio si è sciolto e spiegare dunque lo scenario futuro a cui andiamo incontro, sempre più caldo» spiega Michele Rebesco dell’Ogs, altro habitué del Polo Sud. «E per la prima volta - aggiunge De Santis - studieremo la colonna di acqua con specifici campionamenti».

Grazie ai finanziamenti del Programma Nazionale di Ricerche in Antartide (Pnra) e ad altri fondi provenienti da ricercatori stranieri che si sono aggregati alla spedizione, sono cinque i progetti che verranno messi in moto in questa occasione, a cui partecipano un po’ tutti. Anche Elisabetta Olivo, 28 anni, dottoranda dell’Ogs, forse la più giovane, una neofita dell’Antartide. Ci sono voluti tanti mesi per preparare la vecchia imbarcazione a salpare per i mari freddi del mondo, per arrivare fino alla gola profonda dell’Antartide. Bisognava attrezzarla con strumenti ancora più moderni. «Dobbiamo ringraziare i nostri colleghi che ce l’hanno messa tutta per preparare il viaggio, spingendo l’acceleratore a più non posso - dicono insieme De Santis e Rebesco -. Sono stati fatti due fitting per cambiare gli apparecchi a bordo». L’innovazione per eccellenza potrà essere sfruttata al massimo. Tanto che grazie al satellitare dalla terra dei pinguini avranno a disposizione, anche se in quantità ridotta, email, Whatsapp e un telefono.

Riproduzione riservata © Il Piccolo