«SERVE FIDUCIA NEL CREDITO»

«La riforma delle Bcc è un passaggio cruciale»
Di Luigi Dell’olio

di LUIGI DELL’OLIO

«Nella nostra regione tutto avviene un po' in ritardo: lo è stato per l'entrata in recessione e lo si nota ora con le difficoltà nell'intercettare la ripresa. Di positivo c'è che il sistema economico-finanziario ha sostanzialmente tenuto, ponendo le basi per una svolta positivo». Giuseppe Graffi Brunoro, presidente della Federazione Bcc del Friuli Venezia Giulia, vede in prospettiva il bicchiere mezzo pieno, pur non nascondendo le difficoltà dello scenario attuale. Se il fatturato delle aziende è in crescita, gli investimenti restano deboli.

. Graffi Brunoro, cosa possiamo attenderci dal nuovo anno?

I segnali di crescita si stanno consolidando, anche se con un ritmo molto lento, che allontana il ritorno ai livelli pre-crisi. Storicamente la nostra regione arriva in ritardo nell'accogliere i segnali che arrivano sia dal mercato nazionale, che internazionale e questo vale sia quando le cose vanno bene, che nei momenti di crisi.

La crescita è stata sospinta dalla cantieristica e - in misura minore - dalla meccanica, mentre ha sofferto ancora l'edilizia. C'è da attendersi una rotazione settoriale nei mesi a venire?

Le aziende e i settori più reattivi sono quelli meno esposti alla dinamica interna. L'export è in crescita in regione e premia le aziende che hanno avuto la forza e l'intuizione di investire anche quando i venti dell'economia spiravano in senso contrario. Ovviamente non tutti hanno seguito questa strada e di fatti negli ultimi anni si è assistito a una polarizzazione.

I prestiti alle famiglie stanno tornando a crescere negli ultimi mesi, mentre il credito alle imprese resta sotto pressione. Significa che le banche hanno paura a prestare alle aziende perché vedono all'orizzonte il rischio di accumulare nuovi crediti deteriorati?

Non vedo la questione in questi termini. Gli istituti di credito hanno la necessità di fare impieghi per recuperare redditività in una stagione di tassi ai minimi storici. Piuttosto in molti imprenditori è venuta meno la voglia di indebitarsi per l'incertezza del quadro economico. Anche se le condizioni di mercato, con il ciclo della ripresa da poco iniziato e i tassi bassi, sono favorevoli all'assunzione di rischi finalizzati agli investimenti.

Il Nordest è stato colpito dalla crisi di due banche molto radicate nel territorio, Veneto Banca e Popolare di Vicenza. La distruzione di valore è stata stimata in 16 miliardi di euro, in buona parte a carico di imprese e famiglie del territorio. Quanto ci vorrà per rimarginare le ferite?

La crisi dei due istituti ha creato un clima di diffidenza verso tutto il comparto bancario. Stiamo lavorando per recuperare un clima di fiducia, anche perché a fronte di questi gravi problemi, ci sono decine di altre banche che continuano a fare il loro lavoro regolarmente, al servizio dell'economia reale.

Vede all'orizzonte nuove aggregazioni nel settore bancario?

Credo proprio di sì. Il fenomeno dovrebbe riguardare sia le banche tradizionali, sia le Bcc. Due i motori: la crescita lenta a fronte della mole di npl accumulati negli anni, che suggeriscono di creare economie di scala per ridurre i costi; le nuove normative che favoriscono la nascita di realtà con spalle più robuste.

Ci sono movimenti in corso tra le Bcc del Friuli Venezia Giulia?

Al momento ci sono stati solo degli approcci, come quello tra Lucinico e Fiumicello, tra Staranzano e Turriaco, nonché tra Udine e Bassa Friulana, ma verosimilmente nei prossimi mesi il processo di aggregazione tra gli istituti di credito cooperativo entrerà nel vivo.

Detto che il consolidamento nel settore è inevitabile, si crea però un problema per le imprese che hanno affidamenti bancari con i singoli istituti destinati alla fusione. Per ragioni di contenimento dei rischi è altamente probabile che alle aziende venga chiesto di ridurre l'esposizione complessiva. Così si rischia un freno ai finanziamenti alle imprese…

Questo effetto è possibile, ma in ogni caso non credo che vi saranno approcci traumatici. Nel sistema delle Bcc, poi, si va verso la riforma con la nascita delle capogruppo, che eventualmente potranno sostituirsi nella posizione aperta dal singolo istituto aderente.

A questo proposito, ci sono novità sugli orientamenti delle Bcc regionali nella scelta tra Iccrea e Cassa Centrale Banca? Le ultime voci di mercato indicano che dieci Bcc regionali sarebbero orientate ad aderire alla proposta trentina, con due invece vicine a Iccrea e le ultime due che ancora starebbero discutendo al loro interno.

In linea di massima gli orientamenti sono questi, ma c'è ancora tempo per le decisioni. Entro fine gennaio i singoli istituti dovrebbero indicare i propri orientamenti, mentre in primavera sono attese le assemblee e il completamento del processo, con l'adesione definitiva, è atteso per fine anno.

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