Sertubi affittata per 5 anni agli indiani della Jindal

Firmato il contratto rinnovabile per un uguale periodo, nuovi vertici da agosto Validità dell’accordo legata alla fornitura di ghisa da parte della Ferriera
Lasorte Trieste 24/05/11 - Piazza Oberdan, Regione, Sertubi
Lasorte Trieste 24/05/11 - Piazza Oberdan, Regione, Sertubi

di Giuseppe Palladini

La coincidenza appare fin troppo singolare ma, assicurano i vertici di Sertubi, è assolutamente tale. A 48 ore dal vertice romano in cui oggi si decide il futuro del gruppo Lucchini-Severstal, lunedì sera Sertubi spa e Jindal Saw Italia, filiale del colosso industriale indiano (fatturato di oltre 13 milioni di dollari), hanno firmato il contratto d’affitto dell’azienda triestina, per una durata di cinque anni, rinnovabili per altri cinque.

Una arco di tempo di per sé eloquente in merito ai programmi del gruppo indiano, anche se la validità dell’accordo è legata alla continuità della fornitura della ghisa da parte della Ferriera e dunque alle sorti del gruppo Lucchini-Severstal.

«L’efficacia del contratto - confermano le due aziende in una breve nota - è soggetta al verificarsi di alcune condizioni sospensive nel corso del corrente mese di luglio». Condizioni che dipendono appunto dall’esito del vertice di oggi al ministero dello Sviluppo economico.

Che gli indiani siano comunque decisi a fare sul serio lo conferma il presidente di Sertubi, Maurizio Bergonzi: «Speriamo chiaramente in una soluzione positiva per Lucchini - dichiara - ma se così non dovesse essere bisognerà trovare una strada alternativa (per la ghisa,ndr)».

La trattativa, protrattasi per due anni, è dunque arrivata in porto. E se all’inizio si discuteva dell’acquisto dell’azienda triestina, mentre alla fine ci si è accordati sull’affitto, ciò è dovuto al fatto che il gruppo indiano non conosce le norme e le procedure burocratiche italiane. Le stesse ragioni, ma non solo, sono alla base della durata dell’accordo. Fra gli altri motivi, lo stretto legame (produttivo) fra Sertubi e Ferriera: da quanto si è capito gli indiani non vogliono correre il rischio di dover interrompere la produzione nel caso lo stabilimento di Servola dovesse chiudere.

I tempi di insediamento degli ”affittuari” saranno comunque molto brevi. Dal primo agosto il presidente di Sertubi Bergonzi e l’ad Campanella lasceranno il posto a due “colleghi” scelti da Jindal Saw Italia. In tempi un po’ più lunghi (ma non tanto) sono poi previsti investimenti per migliorare il ciclo produttivo. Non si parla invece, al momento, della costruzione del forno elettrico che potrebbe rendere Sertubi indipendente dalla Ferriera.

Caute le reazioni dei sindacati alla firma del contratto. Franco Palman (Uilm) parla di «moderato ottimismo» e di «uno spiraglio di sole», aggiungendo che «questo accordo apre anche la discussione su tre punti chiave come il costo dell’energia, le spese per il deposito dei tubi a Fernetti e l’utilizzo del molo vicino allo stabilimento (gli imbarchi avvengono a San Giorgio di Nogaro), che l’assessore regionale Federica Seganti si è impegnata a discutere».

Stefano Borini (Fiom-Cgil) osserva che «non ci sono elementi per dare valutazioni. Si dovranno verificare il piano industriale, gli investimenti e anche le politiche industriali che la Regione riuscirà a mettere in campo per Trieste», e mette poi in guardia sulla «clausola del contratto secondo cui l’affitto sta in piedi nella misura in cui la ghisa continua ad arrivare da Servola o si crea un’autonomia della Sertubi». Cauto anche Umberto Salvaneschi (Fim-Cisl), vista questa clausola e un’altra che prevede «la definizione dei rapporti fra Sertubi-Duferco e un’azienda francese concorrente di Jindal».

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