Serracchiani tra gli sfottò di Sabelli Fioretti

CORMONS. «Da quanto tempo non si ubriaca, signora Serracchiani?» è la domanda impertinente di Giorgio Lauro, conduttore assieme a Claudio Sabelli Fioretti di "Un giorno da pecora". «Da 24 anni, quando ne avevo 19», la pronta risposta della presidente, che aggiunge: «Successe alla festa in cui conobbi quello che poi sarebbe diventato il mio futuro marito. Capimmo subito che fosse amore perchè gli vomitai sulle scarpe e per tutta risposta mi disse di non preoccuparmi, perchè non gli faceva schifo».
Sono riusciti ad andare sul personale i due conduttori di "Un giorno da pecora", in diretta live da CormonsLibri. d essere presi di mira, oltre alla Serracchiani, anche lo scrittore Mauro Corona (che ha rivelato di essere stato in punizione per 15 giorni durante la naia da un superiore originario proprio di Cormons) nonchè l'ospite a sorpresa della serata, il Divino Mago Otelma, che si è spinto su sollecitazione di Sabelli Fioretti e Lauro ad azzardare una "criticità matrimoniale" per la Serracchiani tra fine 2015 ed inizio 2016, così come a chiudere le porte al sindaco Patat per un'eventuale candidatura in Parlamento: «È comunista vecchia maniera, è fuori dai tempi ormai».
Le risate insomma l'hanno fatta da padrone tra sfottò dei due showmen agli ospiti e al pubblico. Azzeccatissima la proposta fatta dallo stesso Lauro al sindaco: «Perchè non invita a far parte della sua giunta l'ex ministro Idem? Ormai è da tempo libera da impegni: sareste Idem con Patat».
Corona invece ha lanciato alcune delle sue perle, una riguardante il suo abbigliamento: «Quando andai ospite dalla Bignardi su La7 mi diedero una giacca elegante che indossai in onda, ma poi me la dimenticai addosso e presi il treno di ritorno verso il Friuli vestito ancora con quella giacca: ce l'ho ancora a casa». . Immancabile l'accenno ironico a "Lui", Silvio Berlusconi, con un video nel quale è stata mostrata la sua ospitata a "Un giorno da pecora" nel febbraio scorso. Piccata la reazione di Corona: "Dobbiamo ignorarlo, più parliamo di lui e più lui è contento: siamo noi che ne alimentiamo la fama introducendolo sempre nei nostri discorsi». E poi un'ultima chiosa: «A volte mi confondono con l'altro Corona, Fabrizio: una volta a una presentazione di un mio libro a Milano si era diffusa la voce che ci fosse, appunto, Corona. Uno stuolo di ragazzine urlanti arrivò nel locale, pensando di trovare Fabrizio: quando mi videro e capirono, se ne andarono imprecando".
Matteo Femia
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