Serracchiani pronta al revival di Zollia

L’uomo forte dell’era Illy in pole position per il ruolo di direttore generale. La poltrona del Corecom vicina a Marzini
Di Marco Ballico
Lasorte Trieste 09/04/08 - Rai - Riccardo Illy e Renzo Tondo - Monetina per domanda finale
Lasorte Trieste 09/04/08 - Rai - Riccardo Illy e Renzo Tondo - Monetina per domanda finale

TRIESTE. Un po’ come con Giorgio Santuz, anche con Vittorio Zollia si dovrà fare i conti con le maglie del decreto Monti. Ma l’assessore provinciale di Trieste, ex uomo forte dell’era Illy, è tra i papabili al ruolo di direttore generale della Regione, il posto che fu di Andrea Viero nella legislatura 2003-2008. È un nome che circola insistentemente, quello di Zollia. Così come quello del giornalista Rai in pensione da poche settimane, Giovanni Marzini, per il ruolo di presidente del Corecom l’organo dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni che assicura a livello regionale le funzioni di vigilanza e controllo. Mancano del resto pochi giorni alla decisione di Debora Serracchiani e il cerchio si sta stringendo.

La figura del dg di Palazzo Poltrona da 180mila euro all’anno, quella di direttore generale è stata reintrodotta dalla legge 8 dello scorso 6 agosto. La figura, si legge all’articolo 7, «opera alle dirette dipendenze del presidente, in posizione sovraordinata rispetto ai direttori centrali, con funzioni di sovrintendenza e di impulso, assicurando l’attuazione degli indirizzi e degli obiettivi stabiliti da governatore e giunta regionale e garantendo il coordinamento e la continuità dell'attività delle direzioni centrali». Inoltre, «svolge le funzioni attribuite dal regolamento di organizzazione dell’amministrazione e degli enti regionali».

Il curricum giusto Zollia, oggi pensionato, ha un passato da dirigente che garantisce che lui, la macchina burocratica, la conosce benissimo. Classe 1946, laureato in giurisprudenza, l’assessore della giunta Bassa Poropat ha alle spalle la gestione a Palazzo di ambiente, viabilità, porti e trasporti. Da direttore centrale della Pianificazione sostituì nel 2005 Giovanni Ballarosa (che assunse l’incarico di consigliere della Sezione di controllo della Corte dei conti Fvg) come segretario generale della Regione. Un curriculum che lo pone nel lotto dei pretendenti alla poltrona di superdirettore centrale, quella che il Consiglio ha appunto ripristinato dopo la cancellazione della scorsa legislatura con il centrodestra di Renzo Tondo al governo.

Il nodo legislativo «Non sono mai stato interpellato per l’incarico di direttore generale», dice Zollia sollecitato a un commento. Ma di lui si continua a parlare da giorni a Trieste. Un tam-tam che si scontra però con i paletti statali. Proprio come nel caso dell’ex ministro Santuz (per il quale si va verso la proroga di un anno alla guida di Fvg Strade, assemblea in prima convocazione il 6 settembre, in seconda tre giorni dopo), che sembrava essere stoppato dal decreto legislativo 39 pubblicato in Gazzetta ufficiale lo scorso 19 aprile, “Disposizioni in materia di inconferibilità e incompatibilità di incarichi presso le pubbliche amministrazioni e gli enti privati in controllo pubblico, a norma dell’articolo 1, commi 49 e 50, della legge 6 novembre 2012, n. 190” (quando ancora governava Monti), se ritenesse l’assessore triestino l’uomo giusto per dirigere la burocrazia regionale, la giunta potrebbe cercare una via d’uscita dal dettato nazionale. Quello che, sulla carta, dispone l’incompatibilità tra incarichi nelle pubbliche amministrazioni e cariche di componenti di organi di indirizzo politico. Tra le indiscrezioni si sussurra che a Zollia non dispiacerebbe per nulla uno sforzo regionale per risolvere il nodo legislativo. Ma i beneinformati non nascondono nemmeno che, questioni antiche, c’è stata in passato qualche frizione tra l’ex segretario generale e Daniele Bertuzzi, il capo di gabinetto della giunta.

Ipotesi Marzini In questi giorni di fine pausa estiva si aggiungono anche altre voci, sempre legate al valzer dei dirigenti, solito ballo dei cambi di governo. Marzini, in pensione da luglio dopo aver guidato la redazione Rai Fvg dal 2000, potrebbe succedere a Paolo Francia alla presidenza del Corecom, mentre viene escluso che possa essere suo il posto di direttore dell’ufficio stampa regionale oggi nelle mani di Guido Baggi. «No comment» è però la rapida risposta di Marzini alle domande sul suo futuro.

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