Serracchiani: «In politica non si piange ma io non so bluffare»
Serracchiani spiega su Facebook le ragioni delle lacrime scese in Consiglio
«Talvolta la corazza si rompe e vengono fuori le debolezze di una persona»

La presidente della Regione Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani durante il suo intervento nell'aula del Consiglio regionale in occasione della replica agli interventi dei capigruppo sulla manovra di bilancio regionale, Trieste, 14 Dicembre 2016. ANSA/UFFICIO STAMPA/ REGIONE FRIULI VENEZIA E GIULIA +++ NO SALES EDITORIAL USE ONLY ++
TRIESTE Il day after di Debora Serracchiani: i postumi di una giornata che ha visto il video della presidente in lacrime girare su tutti i media nazionali, rimbalzare sui social network e incassare grandi attestati di solidarietà così come il fango degli insulti da tastiera. Debora sa di dover gestire le conseguenze di un gesto spontaneo, che probabilmente l’ha resa più debole nella spietata comunità della politica, ma più umana di fronte all’opinione pubblica.
La governatrice non ha tempo per rifletterci e deve rimettersi subito in cammino, sebbene le spalle siano curve rispetto al solito, l’andatura meno marziale e lo sguardo sia quello di chi deve ancora metabolizzare gli strascichi emotivi di un momento di forte pathos.
Ma fermarsi non si può e allora ecco in mattinata la visita alla nave Msc Paloma, a Trieste, mentre nel pomeriggio tocca al Consiglio regionale, dove Serracchiani si insedia nel suo banco di presidente dell’esecutivo per tutta la discussione sulla manovra di bilancio. Ferma su una sedia da cui, contrariamente alle abitudini, non si alza mai. La tarda mattinata è invece trascorsa nel palazzo della giunta, dove si trova coinvolta in modo imprevisto nell’esercitazione antincendio organizzata nella sede di piazza Unità. Lascia il suo ufficio come tutti i dipendenti e poi torna alla scrivania, per concludere ciò che stava facendo: la stesura di un messaggio in cui spiegare quanto successo.
Una confessione affidata intorno all'una alla propria pagina Facebook: la stessa piattaforma dove il video delle lacrime è stato subissato dalla valanga del livore digitale, arrivato ad accusarla di aver indossato gli occhiali da vista al posto delle lenti a contatto, perché la decisione di mettersi a piangere sarebbe stata premeditata.
Gli insulti lasciano spazio alle attestazioni di affetto, fra oltre 5.800 like, 500 condivisioni e 1.600 commenti, in buona parte positivi: ai tempi dei social, simpatia e solidarietà si pesano anche così. Le parole sono misurate, probabilmente frutto di confronto con i fedelissimi, ma traspare ancora quell’aura di umanità che attornia il re diventato di colpo nudo.
«Ieri ho pianto in Consiglio regionale», è l'incipit. «Chi fa politica non deve. Ti raccomandano di non far vedere mai i tuoi sentimenti, come i giocatori di poker. Beh, io non so giocare a carte, non ho mai imparato. Faccio politica con passione e per passione, e quando è così non si può bluffare. Poi ci sono giorni più duri di altri in cui neanche la passione che ti manda avanti ogni giorno è sufficiente». E così arriva quel cedimento che non può permettersi chi dalla militanza per passione passa alla ragione del lavoro amministrativo: «So che il volto delle istituzioni dovrebbe essere sempre lucido e capace di rispondere a ogni attacco, anche il più feroce. Io ho dovuto fare più fatica di altri per dimostrare che occupo il mio ruolo per merito, forse ho dovuto alzare difese e corazzarmi più di quanto avrei voluto», racconta Serracchiani. Ma la pressione di sconfitte politiche e personali non è sempre facile da sostenere: «Talvolta la corazza non basta, si rompe e viene fuori una persona diversa, con le sue debolezze. Tutto questo è venuto a galla quasi all'improvviso, e sono arrivate le lacrime».
Non all'improvviso, per la verità, perché Serracchiani in questo periodo si emoziona facilmente. La voce ha tremato a Tolmezzo il giorno prima, seppure nel contesto festoso dell'inaugurazione di una nuova ala di un'azienda. E le emozioni hanno tradito qualche settimana fa in televisione, davanti alle lacrime di un operaio di Monfalcone, che diceva di non aver più ragioni per votare a sinistra.
Non resta che tener duro: «La stima e l’affetto che ricevo sono un'iniezione di forza ed energia che mi fa superare anche l'odio di chi insulta gratuitamente il prossimo al riparo di un social network. Servire bene il nostro paese e una Regione splendida come il Friuli Venezia Giulia è un onore. Ho sempre dato tutta me stessa e non smetterò di farlo». Il tempo dello sfogo finisce e torna quello delle risposte a raffica alle domande incalzanti dei giornalisti, che in giornata le mettono il microfono sotto il naso per sapere del governo e del Pd. E allora «appoggio a Gentiloni», critiche al fronte del no «che non si è preso la responsabilità di governare» e appello per una nuova legge elettorale e rapide elezioni. Qualcuno le chiede ancora del suo destino politico: «Tempo di cambiare domanda», è la replica di Serracchiani, pur nella consapevolezza che questo interrogativo continuerà a tormentarla finché non arriverà una risposta chiara e definitiva.
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