Serracchiani: "Il ritorno delle frontiere interne è la resa dell'Europa"
TRIESTE «Riconosciamo che l’Austria è sottoposta ad una pressione straordinaria, e si deve dare atto della grande generosità mostrata dalla popolazione in occasione degli arrivi di profughi dall’Ungheria, ma la chiusura delle frontiere interne dell’Europa rappresenta una resa agli eventi che ci auguriamo duri il meno possibile». E' il commento di Debora Serracchiani, presidente del Friuli Venezia Giulia, all'annuncio di Vienna di reintrodurre temporaneamente i controlli di frontiera con altri Stati membri confinanti, tra cui l’Italia, a partire dalla notte tra martedì 15 settembre e mercoledì 16.
«Il Friuli Venezia Giulia è stata la prima regione - ricorda Serracchiani - a dare l’allarme sulle rotte balcaniche, chiedendo l’adozione di misure come le pattuglie miste sui confini e il contrasto duro ai passeur. Ora il fenomeno dei flussi ha fatto un salto di qualità e la soluzione non può che consistere nell’adozione di una strategia unitaria a livello europeo».
Secondo Serracchiani, «è buona l’iniziativa di convocare a Bruxelles una nuova riunione straordinaria dei ministri dell’Interno europei, allo scopo di far adottare la proposta presentata dalla Commissione europea sulla redislocazione dei profughi in tutto il continente. Se non è passata la linea di penalizzare i Paesi che si rifiutano di accogliere, almeno gli incentivi a chi lo fa - conclude Serracchiani - dovrebbero essere considerati in modo positivo».
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