Serracchiani e Cosolini: «La cokeria della Ferriera chiuderà se le polveri non calano»

TRIESTE Debora Serracchiani garantisce che vigilanza e monitoraggio sono ai massimi livelli. E aggiunge che, se la qualità dell’aria non migliorerà, l’area a caldo della Ferriera verrà chiusa. È lo stesso impegno del Gruppo Arvedi, sottolinea la presidente della Regione. Pure Roberto Cosolini concorda: «O gli interventi in atto daranno risultati positivi o si procederà a una progressiva dismissione».
Le rassicurazioni arrivano dopo la diffusione dell’indagine, per conto dei parlamentari triestini Lorenzo Battista e Aris Prodani, effettuata dalla professoressa Antonietta Gatti sulle polveri sottili raccolte nel rione di Servola. Polveri «cancerogene», la sentenza dell’esperta, provenienti dalla Ferriera.
«Stiamo affrontando un’operazione di riconversione industriale e riqualificazione ambientale tra le più complesse del Paese, forse l’unica in questo momento storico», sottolinea Serracchiani precisando che i dati emersi dalla recente analisi «sono conosciuti da Arpa e Azienda sanitaria». Non a caso, aggiunge, «la Azienda sanitaria li ha evidenziati anche al Comune». Nulla cambia, dunque: «La riconversione del sito sta procedendo in modo importante e veloce prevedendo interventi anche sulle polveri e sull’area a caldo. Risultassero inefficaci, quell’area verrà chiusa».
Al capogruppo di Sel Marino Sossi, che cokeria e altoforno li eliminerebbe a prescindere, non può bastare: «Gli esiti delle indagini sono gravissimi. Il sindaco è il primo ufficiale sanitario, garante della salute dei cittadini. Se quel che afferma lo studio è falso, sporga denuncia, se invece è vero deve assolutamente prendere delle precauzioni per difendere la salute dei lavoratori e dei cittadini». E ancora, rivolto alla Regione: «Perfino l’assessore Sara Vito parla di riconversione. Quando lo facevamo noi tutti ci ignoravano. Bisogna ora prendere atto che le cose non possono andare avanti così: l’industria non è una ragione valida per mettere in pericolo la salute della gente».
Polemica cui Cosolini si sottrae: «A Sossi non rispondo». «Le emissioni della Ferriera non sono una novità – dichiara il sindaco – . In questi anni siamo intervenuti con gli strumenti a disposizione ogni qual volta è stato necessario. Perché la difesa della salute è una nostra priorità». Lo studio Gatti? «La situazione ci è stata segnalata dall’Azienda sanitaria ed è oggetto di approfondimenti e, nel caso, di successive iniziative, in collaborazione con altre amministrazioni interessate. Mentre qualcuno pensa di sventolare pure stavolta la bandiera Ferriera in campagna elettorale, stiamo facendo uno sforzo serio per affrontare il problema in tutti i sensi e per una svolta positiva e siamo dunque d’accordo con Regione e imprenditore di valutare i risultati del lavoro fatto sull’area a caldo tra qualche mese».
Di eventuali «opportuni provvedimenti» parla anche Antonella Grim. Ma prima, avverte, «il percorso va avanti. E contiamo possa centrare gli obiettivi di partenza. Abbiamo investito e continuiamo a credere in un progetto che coniuga tutela ambientale, salvaguardia occupazionale e sviluppo economico. Non permetteremo – conclude la segretaria regionale del Pd – che vita, salute e lavoro delle persone finiscano strumentalizzati ancora una volta a fini elettorali».
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