Serracchiani difende le Uti E Ferrara conferma il sì

«Se vogliamo portare il Friuli Venezia Giulia a competere in Europa con le Regioni avanzate dobbiamo iniziare a fare davvero squadra esercitando bene la nostra specialità. Uno spirito che deve valere...

«Se vogliamo portare il Friuli Venezia Giulia a competere in Europa con le Regioni avanzate dobbiamo iniziare a fare davvero squadra esercitando bene la nostra specialità. Uno spirito che deve valere anche nella costruzione delle Unioni territoriali intercomunali da parte di tutti i rappresentanti istituzionali». Debora Serracchiani interviene in prima persona a fronte degli ostacoli e delle resistenze che la riforma delle Uti sta incontrando.

La provincia di Trieste non fa eccezione. Se il Comune di Trieste, seppur con qualche patema, sembra avviato verso il “sì”, l’Uti giuliana incontra parecchie difficoltà nei Comuni minori. È di ieri il “niet” di Duino Aurisina.

Serracchiani, però, non ha dubbi. E richiama tutti alla responsabilità: «Abbiamo scelto di rendere più forti i Comuni associandoli. Una riforma di tale portata ha il valore aggiunto di trovare applicazione in maniera uniforme su tutto il territorio regionale. Molti amministratori, a prescindere dall’appartenenza, hanno colto l’importanza storica di questa opportunità. Altri, invece, hanno scelto il boicottaggio sistematico nell’intento di bloccare tutto». La presidente, in questo caso, non si riferisce all’Uti giuliana ma alle sei Unioni che hanno avuto bisogno di un commissario. Avvertendo che le scelte fatte nel corso delle riunioni «decisive» sullo statuto sono regolarissime: «Se un sindaco sceglie consapevolmente di disertare l’incontro decisivo, è assolutamente normale che chi ha preso parte alla riunione possa decidere, come avviene in qualunque consesso democratico».

A Trieste, intanto, si fa sentire il consigliere civico indipendente Maurizio Ferrara, confermando che voterà “sì” all’Uti: «Non ho alcun dubbio. Bene ha fatto la Serracchiani a volere questa riforma come bene sta facendo Renzi ad approvare le riforme di Camera e Senato. La gente chiede istituzioni funzionanti con poche e chiare regole. Per questi motivi ho dato il mio voto favorevole. Ora mi attendo che Sel e Federazione della Sinistra facciano funzionare almeno un neurone politico e diano un voto a questa riforma per evitare che passi grazie a un consigliere dell’opposizione».

Riproduzione riservata © Il Piccolo