Serracchiani blinda il tram «Un simbolo irrinunciabile»

La presidente assicura il massimo impegno della Regione a sostenere il rilancio Fedriga: «Tutti facciano la loro parte». Russo rispolvera la Città metropolitana
«Un simbolo irrinunciabile». Così Debora Serracchiani, intervenendo per la prima volta nel dibattito sul futuro del tram di Opicina innescato dalla campagna del Piccolo, definisce l’antica trenovia. Un pezzo di storia talmente importante, secondo la governatrice, da richiedere ogni sforzo istituzionale possibile, specie da parte del Comune, chiamato a preparare al più presto un progetto in grado di rimettere in funzione e rilanciare il servizio. Un auspicio condiviso anche da alcuni parlamentari triestini che, sulle cause dello stop e i ritardi della ripartenza, hanno però idee diverse.


«Il tram di Opicina è un simbolo della città di Trieste - afferma Serracchiani - e non soltanto non possiamo rinunciarvi, ma dobbiamo mettere in sicurezza l'intero percorso, l'opera nel suo insieme, e non soltanto le carrozze, ed essere poi in grado di garantire che l'utilizzo avvenga a lungo. Ho seguito con grande attenzione quanto stava avvenendo - prosegue - e la Regione si è messa subito a disposizione. Come ha già detto l'assessore alle Infrastrutture Santoro, abbiamo bisogno di un progetto, che mi pare il Comune di Trieste voglia presentare in tempi brevi. Noi faremo la nostra parte per quanto di nostra competenza».


E che l’antica trenovia sia un bene prezioso da salvaguardare, viene rimarcato anche dai parlamentari giuliani, tutti d'accordo nel dire che la situazione va cambiata al più presto e in modo definitivo. «Il tram di Opicina è un patrimonio non solo triestino ma del Friuli Venezia Giulia tutto e, in quanto tale, è necessario che ognuno, Regione compresa, giochi la sua parte fino in fondo per tutelarlo e garantirne il pieno funzionamento - dichiara il capogruppo alla Camera e segretario della Lega Fvg Massimiliano Fedriga -. L’importante è che si dia corpo a un progetto risolutivo e che, come purtroppo accaduto in passato, la fretta di tagliare nastri non prevalga sulla logica di concludere prima tutti i lavori necessari a garantire la stabilità del servizio. La Lega - conclude Fedriga - è comunque in prima linea, specie con i propri rappresentanti nell'amministrazione comunale, per far sì che residenti e turisti possano al più presto tornare a beneficiare di un pezzo importante del patrimonio collettivo».


C’è chi poi, come il deputato del Gruppo misto Aris Prodani prende spunto dalla straordinaria adesione dei cittadini alla campagna online lanciata dal Piccolo, che ha raccolto 15.738 in otto giorni e continuerà a restare attiva sul web. «Credo che il risultato della petizione lanciata dal quotidiano rappresenti un bel segnale di cui tenere conto, e una serie di impegni che andrebbero perseguiti. Al momento - evidenzia il parlamentare - non credo sia decisivo coinvolgere il ministero dei Beni culturali o quello delle Infrastrutture attraverso un atto rivolto al governo. Penso, anche alla luce dell'enorme utilizzo di risorse pubbliche utilizzate nel corso degli anni, e che hanno avuto come risultato il fermo della linea, che prioritariamente debbano essere i soggetti pubblici locali interessati a provvedere a una progettazione seria e credibile. Progettazione che, ovviamente, possa anche dare al tram un ruolo prioritario da un punto di vista turistico. Quando le idee saranno chiare e messe nero su bianco, allora sarà opportuno il coinvolgimento dei ministeri».


Promette invece un impegno nella capitale la deputata del Pd, Tamara Blažina. «Di sicuro nelle prossime settimane cercherò di controllare quello che si potrà fare qui a Roma - afferma -. In particolare verificherò se c’è la possibilità di sbloccare ciò che è eventualmente fermo negli uffici e di accelerare la situazione, fermo restando che la competenza principale è nelle mani del Comune di Trieste. La volontà è comunque quella di accertare, credo al pari di altri parlamentari, tutto ciò che è possibile smuovere a livello “romano”».


Di tenore diverso le considerazioni del senatore dem Francesco Russo. «Non serve “portare in Parlamento” il tram di Opicina: la soluzione esiste già, ed è a portata di mano. Peccato che le divisioni di campanile, anche all’interno del mio partito, finora non abbiano consentito di metterla in pratica. La svolta è legata a doppio filo all’istituzione di Trieste Metropolitana». Russo prosegue ricordando come il Comune negli anni passati si sia lasciato sfuggire la possibilità di sfruttare a pieno risorse che sarebbero derivate proprio alle città metropolitane. «Il Programma operativo 2014-2020 adottato dalla Commissione europea – ricorda - ha assegnato complessivamente 892 milioni alle 14 città metropolitane italiane: di questi 40 milioni di euro sono andati a Venezia, che ne ha destinati dieci al capitolo di spesa “sostenibilità dei mezzi pubblici e della sicurezza urbana”. Anche il Comune di Trieste - conclude - avrebbe potuto disporre di investimenti simili per tram di Opicina, se solo negli anni passati si fosse dato seguito al progetto di istituire l’area metropolitana giuliana».


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