Serracchiani apre alla cannabis terapeutica

«Questione di civiltà. Chiederemo a Roma anche l’autorizzazione a coltivarla». Il Palazzo accelera sul regolamento attuativo
Cannabis legale
Cannabis legale

TRIESTE. Il dibattito sulla cannabis terapeutica irrompe a Palazzo e trova consenso bipartisan sulla necessità di applicare al più presto la legge del 2013, votata all’unanimità ma rimasta per due anni sulla carta. Debora Serracchiani ha parole chiare: «Considero giusto e doveroso dal punto di vista morale e politico fare tutto il possibile affinché i farmaci più efficaci siano somministrati ai malati. Se tra questi c’è la cannabis, devono poterla avere senza spendere grandi somme o ricorrere al mercato illegale. C’è una legge che lo consente e va applicata. L’assessore Maria Sandra Telesca sta lavorando per risolvere i problemi di approvvigionamento e vendita, che sono nazionali e non limitati alla nostra regione. Stiamo valutando l’ipotesi di chiedere l’autorizzazione alla coltivazione, con tutti i parametri di sicurezza richiesti, e in tal senso vorrei sensibilizzare il ministro della Salute».

Silvana Cremaschi (Pd) ritiene «opportuno l’impegno della Regione sulla formazione dei medici. La coltivazione a scopo di ricerca è autorizzata a Rovigo, mentre è partita l’esperienza di Firenze: individuiamo luoghi di produzione in Fvg». Pietro Paviotti (Cittadini) è «assolutamente d’accordo sull’uso della cannabis terapeutica. Passare al mercato legale significa combattere lo spaccio: bene dunque le coltivazioni controllate in Fvg». Stefano Pustetto (Sel) afferma che «la sostanza funziona, ma le procedure di importazione sono lunghe e le farmacie non possono tenere grandi scorte: molti pazienti rimangono senza prodotto nel mezzo del trattamento. L’autoproduzione domestica sarebbe di grande aiuto. Ritengo peraltro che dopo il fallimento delle politiche sulle droghe sia necessario parlare di legalizzazione anche a scopo non terapeutico».

L’attesa senza fine del regolamento per la cannabis “legale”
Foglie di cannabis

Alessandro Colautti (Ncd) ci sta «lavorando personalmente. Stimolato da Alessia Rosolen (consigliera comunale di Un’Altra Trieste, ed ex assessore della giunta Tondo, ndr) e in accordo con Telesca, ho parlato con lo staff del ministro Lorenzin per sviluppare la coltivazione in Fvg, dove abbiamo aziende capaci di garantire il processo e sottrarre così i malati allo spaccio». Rosolen spera dal canto suo «che la Regione diventi avanguardia nell’utilizzo e nella coltivazione. È una battaglia di civiltà, che non riguarda la legalizzazione delle droghe ma la lotta ai processi degenerativi di alcune neuropatie». Andrea Ussai (M5S) ricorda di aver «presentato un odg durante la manovra di assestamento. Chiedevamo alla giunta di adoperarsi per la coltivazione in Fvg: ci sarebbero importanti risparmi per i malati e le casse regionali, che dovrebbero sostenere minori spese per garantire la gratuità del trattamento. Il testo è stato bocciato e ora Telesca si dice d’accordo: ne prendo atto. Si pensi all’informazione dei medici e si dia conto di come è stata applicata fin qui la legge, cui si dovrebbe aggiungere la facoltà di prescrivere per i medici di famiglia».

Renzo Tondo (Ar) ricorda l’approvazione ai tempi della sua giunta: «Un’apertura laica e bipartisan, fuori da tenaglie ideologiche. La cannabis terapeutica non è una droga ma una sostanza con riscontri scientifici. Ben vengano iniziative per arrivare all’attuazione». Pieno appoggio da Rodolfo Ziberna (Fi): «Sono favorevole a tutto ciò che migliora la qualità di vita del malato. È una terapia meno invasiva di altre, che non genera danni e assuefazione come nel caso degli oppiacei. Faremo il possibile per arrivare all’applicazione». Concorda Bruno Marini (Fi): «Sì all’uso della cannabis sotto stretto controllo. La giunta scriva immediatamente un regolamento attuativo». Favore giunge anche da Barbara Zilli (Lega): «Non può rimanere lettera morta una legge che favorisce cure naturali, atte ad alleviare il dolore in presenza di malattie gravi. Regione e ministero si stanno impegnando, ma ci sono lobby che precludono a una prescrizione gratuita e più snella di queste sostanze».

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