Serracchiani ad Alfano: «Non riaprire il Cie di Gradisca»

La richiesta della presidente del Fvg nel vertice con il ministro dell’Interno. Discussa anche l’annunciata soppressione del commissariato di Duino
Bumbaca Gorizia 22.10.2013 Reportage Cara Gradisca - Fotografia di Pierluigi Bumbaca
Bumbaca Gorizia 22.10.2013 Reportage Cara Gradisca - Fotografia di Pierluigi Bumbaca

Non riaprire il Cie di Gradisca d'Isonzo ma ipotizzare un suo parziale riutilizzo come Centro di accoglienza per richiedenti asilo (Cara).

È la richiesta che la presidente del Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani, ha rivolto al ministro dell'Interno Angelino Alfano. All'incontro a Roma, cui hanno partecipato anche il Capo della Polizia Alessandro Pansa e il vice Capo vicario Alessandro Marangoni (di origine goriziana), sono stati trattati alcuni argomenti connessi alla gestione della sicurezza sul territorio regionale.

Relativamente agli interventi di razionalizzazione indicati dal Dipartimento della Pubblica Sicurezza, in base ai quali verrebbero soppressi i commissariati di Tolmezzo e Duino Aurisina, Pansa ha spiegato che questo passaggio rappresenta l'avvio di una «proposta di piano» e che, per ottimizzare gli interventi, si stanno raccogliendo contributi da parte degli enti territoriali. Serracchiani, che ha sottolineato l'esigenza del mantenimento degli elevati standard di sicurezza ed ha evidenziato la peculiare situazione di Tolmezzo, sede di un carcere di massima sicurezza, ha riferito che Alfano si è dimostrato «sensibile» alla situazione di territori particolarmente disagiati e che già hanno versato un tributo al contenimento delle spese.

È stato programmato un vertice con le massime autorità di pubblica sicurezza in Friuli Venezia Giulia, per discutere e programmare gli interventi di competenza del Ministero dell'Interno sul territorio regionale.

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