Serracchiani a un passo dalla rinuncia alla corsa per il bis in Regione Fvg

Dopo la frase della presidente sui cinque anni che «possono bastare per fare le cose» dagli ambienti Pd trapela l’intenzione già comunicata in un vertice segreto a Udine
Debora Serracchiani
Debora Serracchiani

TRIESTE. Debora Serracchiani imprime un’accelerazione sulla scelta del proprio futuro e l’opzione a favore della candidatura per il Parlamento si fa sempre più vicina. «Cinque anni possono bastare per fare le cose», ha detto due giorni fa in un’intervista pubblica a Trieste: frase sibillina o più probabilmente tentativo di cominciare a preparare il terreno per l’annuncio che verrà e che difficilmente indicherà un luogo diverso da Roma. L’arroccamento ad ogni modo si sta allentando, tanto che all’interno del Partito democratico cominciano ad arrivare le prime conferme sul fatto che la decisione sia ormai stata presa dalla presidente e che si tratti soltanto di aspettare il momento politicamente più propizio per darne pubblica diffusione.

 

Serracchiani: «Cinque anni possono anche bastare»
Deora Serracchiani



Le voci di dentro raccontano significative indiscrezioni. Chi parla lo fa dietro l’assicurazione dell’anonimato: troppo delicata la questione, troppo pericoloso esporsi in tempi di costruzione delle candidature. Addentando la sua grigliata alla Festa dell’Unità di Trieste, un elemento di spicco spiega che «durante un incontro recente Debora si è detta intenzionata ad andare a Roma e ad annunciarlo non appena le condizioni lo consentiranno». I ben informati parlano di una riunione riservata tenutasi la settimana scorsa a Udine. «Una riunione composita dal punto di vista degli schieramenti interni, fortemente orientata a decidere le mosse future», dice qualcuno. Un terza voce parla invece di «caminetto renziano», convocato dopo un primo scambio avuto in un ristorante friulano, «ma stavolta eravamo più numerosi».

Il confronto interno ha registrato dunque significativi passi avanti proprio rispetto a quella cena “renziana” organizzata a Udine a fine agosto, quando il tavolo era rimasto diviso fra decisionisti e temporeggiatori. «Debora ha scelto – fa eco uno dei tre esponenti disposti a parlare – e lo ha comunicato a diverse persone. I contatti con i vertici dei territori sono cominciati». Nel corso del summit udinese, Serracchiani avrebbe indicato inoltre Sergio Bolzonello come la migliore ipotesi di successione. Ad ogni modo, se fino a qualche tempo fa nel partito si mugugnava non poco sulla necessità di arrivare rapidamente a risolvere l’impasse sul nome del candidato, ora sono gli stessi maggiorenti a «prendere tempo e dirle di aspettare affinché ci siano alcune settimane per lavorare sul programma e sulla coalizione: registro - sussurra uno dei presenti al vertice - un’unità di intenti complessiva come mai ha avuto il partito in questi anni». E i tempi per l’annuncio ufficiale? Probabilmente si dovrà attendere il maturare del dibattito sulla legge elettorale, ma qualcuno rassicura: «Certamente prima della legge finanziaria regionale. Molto prima». E, se così fosse, si potrebbe dunque collocare la data fra ottobre e novembre.

Da Serracchiani non arrivano repliche alle indiscrezioni. Intanto il capogruppo alla Camera, Ettore Rosato, invita a non correre: «Debora sta governando molto bene, ottenendo grandi risultati per il Fvg grazie all’ottima interlocuzione col governo. È una persona responsabile e non attaccata alla sedia: dice che bisogna ragionare insieme e vedere che contributo potrà dare ciascuno di noi. È l’atteggiamento corretto che si deve tenere alla fine di un mandato». Incalzato, Rosato ripete quattro volte che «il tempo non stringe» e dice che «oggi al Pd viene chiesto di occuparsi dei problemi, dello sviluppo, dell’occupazione: questo dobbiamo fare. Il candidato lo sceglieremo al momento giusto, senza ansia da comunicazione». Da sempre su una posizione diversa è il senatore Francesco Russo: «Si deve fare al più presto e spero che se ne parli nell’assemblea del partito. Sono mesi che insisto, dicendo che siamo in ritardo rispetto a una battaglia che sembra difficilissima: dobbiamo avere chiari coalizione, programma e leader».

In giunta le bocche sono cucite. Il vicepresidente Bolzonello si trincera dietro un secco «nessun commento», mentre l’assessore Cristiano Shaurli non risponde al telefono. Entrambi ligi all’accordo che pare essere stato stretto fra “regionali” a non rilasciare dichiarazioni alla stampa fino a nuovo ordine.

L’ex sindaco di Trieste Roberto Cosolini parla poco prima di salire sul palco della Festa dell’Unità: «Debora ha detto quello che ha sempre detto e cioè che avrebbe fatto la presidente per cinque anni e che poi si sarebbe deciso assieme. Niente di sconvolgente nelle ultime frasi». Sulla stessa linea è la segretaria regionale Antonella Grim: «Debora è la nostra candidata naturale. Sarà il Pd a prendere una decisione scegliendo tempi e modi migliori e tenendo ovviamente presente il percorso personale della presidente».

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