Sergio Miniussi il “corvo” della cultura monfalconese

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In corso del Popolo, murata su casa Czar, una targa ricorda Sergio Miniussi, scrittore, poeta, drammaturgo, giornalista e regista Rai, nato nel 1932 a Monfalcone e morto a Roma nel 1991. Di fronte, negli anni Sessanta, sorgeva l’edificio dei Magazzini Miniussi, primo grande emporio della città, poi trasformato in magazzini Standard e poi assorbito dalla Standa. Miniussi è il nome più autorevole che candidiamo per la biblioteca alla luce di una carriera da intellettuale di tutto rispetto.
«Parlare di Sergio Miniussi - si legge in un articolo de Il Piccolo del 2007 - non è affatto semplice. Quale Miniussi? Il poeta, de “La gioia è dura”, impressionante per maturità lirica se pensiamo che l'autore aveva solo ventisei anni alla sua prima edizione? O quello dalle trame poliziesche de “I peccati del corvo?” Il romanziere indefinibile de “Il marinaio russo” o il drammaturgo dell'“Anno della peste”? Senza contare gli altri mille suoi impegni: di traduttore, giornalista, saggista, regista, scenografo. Insomma, Sergio Miniussi appartiene a quella schiera di artisti eclettici che hanno caratterizzato la scena dell'arte con una comunicazione a tutto tondo».
Il busto di Alberto Chersi domina la sala conferenze della biblioteca e dunque al professore “inventore” del liceo scientifico di Monfalcone bisognerà pure riservare un po’ d’attenzione. Magari l’intitolazione della sala al piano terra.
Angelo Colleoni, scrittore è un altro nome importante della cultura monfalconese. A Colleoni nel 2006 il Comune aveva dedicato la mostra “Angelo Colleoni: una vita tra fotografie, libri, giornali è il titolo della rassegna, allestita a cura del Ccm, che ripropone il percorso di Angelo dalla natia Bergamo all’America Latina, fino a Monfalcone e all’impiego alla Solvay, passando per la drammatica esperienza della campagna di Russia”. La sua vita insomma.
La tomba di Angelo Colleoni, discendente del condottiero Bartolomeo, è tra le più originali del cimitero cittadino con dedica speciale dell’ex sindaco Luigi Blasig.
Due i sacerdoti in lizza. Monsignor Enrico Marcon e monsignor Bartolomeo Bortolotti. Entrambi si sono dedicati alla storia cittadina oltre che alle anime dei cittadini. Marcon diventò prete grazie a una borsa di studio che gli consentì di frequentare il seminario centrale di Gorizia.
La borsa di studio era stata finanziata da Angelo Musmezzi, detto il Pirata, ricchissimo mercante la cui fama di mangiapreti è arrivata fin quasi ai giorni nostri. Ne sa qualcosa monsignor Bortolotti che nel 1954 fece demolire la tomba del Pirata posta davanti all’ingresso dell’antica chiesa di San Nicolò. Così va il mondo.
Altra figura di elevato spessore culturale è stata per Monfalcone quella di Silvano del Missier, morto a Monfalcone nel 1987 all’età di 54 anni. Fu insegnante nelle scuole medie e superiori della regione, per poi diventare assistente e quindi professore associato di lingua e letteratura italiana presso la Facoltà di magistero dell’Università di Trieste.
Infine, per una città che continua ad essere chiamata “dei cantieri” perché non rendere omaggio a Egone Missio, entrato in cantiere come apprendista e uscito da dirigente progettista. Un esempio di dedizione al lavoro e allo studio. —
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