Sergio Cecotti: «Triestini, occhio ai politici. Sicuri che ci sappiano fare?»

L’ex sindaco di Udine ed ex governatore: «Legittimo voler riformare le istituzioni. Si sappia però che così si andrebbe incontro a una rivoluzione di tutta la Regione»
Sergio Cecotti
Sergio Cecotti

TRIESTE. Cecotti, che cosa distingue una città metropolitana utile alla comunità dall’ennesimo luogo fatto solo per la burocrazia?

Le determinanti dell’efficacia politica di una istituzione di autogoverno sono state analizzate da Robert Putnam nel libro “Making Democracy Work”. Rimando gli interessati alla lettura. Sintetizzo per i più pigri: l’istituzione deve corrispondere alla cultura civile del luogo, i cittadini devono riconoscersi nell’istituzione, e i corpi sociali devono impegnarsi per il suo successo. Pasolini espresse lo stesso concetto dicendo che l’istituzione deve esprimere la “particolare civiltà” del luogo. Al contrario, se l’istituzione rispecchia solo la volontà della maggioranza parlamentare che la ha votata è destinata ad esaurirsi in uno sterile fatto burocratico.

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La città metropolitana serve davvero a questa Regione? O solamente a Trieste?

Una istituzione di autogoverno è utile se i suoi cittadini vi si riconoscono: quindi solo i triestini possono dire se serve o non serve. Da esterno interessato, dico che la costituzione della città metropolitana di Trieste cambierebbe in profondità la costituzione materiale della Regione Friuli Venezia Giulia. I triestini hanno tutto il diritto di decidere se istituire la città metropolitana oppure no, ma hanno anche il dovere di riconoscere che non si può far nascere la città metropolitana senza una radicale rifondazione della Regione che ne rivolti la cultura istituzionale e operativa. In particolare vanno introdotte norme di rango costituzionale a tutela delle minoranze linguistiche, come comunità territoriali storicamente date, che hanno diritto ad avere propri organi di autogoverno.

Vantaggi e svantaggi di questo nuovo assetto istituzionale, tenendo conto del superamento in corso delle Province?

L’esperienza mi ha insegnato che parlare di vantaggi e svantaggi a priori è un’inutile astrazione, che contano solo i risultati ex post. Anche la riforma più illuminata, se impostata male e attuata con supponenza e dilettantismo, produce solo danni. Il superamento delle Province, che io condivido nel principio ma non nel suo dadaismo legislativo, ne è un ottimo esempio.

Ritiene la politica di oggi all’altezza di prendere decisioni chiave sull’assetto istituzionale della Regione?

Se io fossi triestino, e quindi chiamato a scegliere se fare la città metropolitana, non mi sentirei del tutto sicuro che l’attuale classe politica sia attrezzata per fare una riforma di questa portata senza montare un casino da cui non si esce più.

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Che ne sarebbe del Friuli con la città metropolitana di Trieste? Quali contrappesi andrebbero previsti per il resto del territorio?

Ho già detto che la Regione cambierebbe natura e andrebbe rivoltata come un calzino. Ne ha comunque bisogno, è una istituzione ormai vecchia, ben più della sua età anagrafica. Vale per il Friuli lo stesso discorso che vale per Trieste. Occorre una Regione in cui i cittadini tutti, anche i friulani, si possano riconoscere e sentirsi partecipi di un destino comune. Questo è il punto fisso attorno a cui riscrivere lo Statuto di autonomia. Io ho le mie idee. Ma probabilmente sono minoritarie.

Che cosa pensa delle Uti?

Credo che faranno la fine delle Ati che le hanno precedute. Non le considero un dato strategico con cui fare i conti per immaginare il futuro istituzionale di questa Regione.

Come giudica il blitz di Francesco Russo e la conseguente reazione del Consiglio Fvg che ha bocciato il tentativo del senatore triestino di tenere aperta la partita?

Dal mio punto di vista, il Parlamento non dovrebbe avere il potere di modificare lo Statuto della Regione senza l’intesa con il Consiglio regionale. Ma, disgraziatamente, questo potere oggi esiste. Russo ha esercitato una prerogativa che, in linea di principio, lui non dovrebbe avere. Non si può fargliene una colpa, ma neppure dirgli bravo.

Prima o poi la città metropolitana di Trieste si farà?

Non posso saperlo. Decidono i triestini. Ho girato la domanda ai miei amici di Trieste. Mi hanno risposto che il Genius loci grida: “No se pol…”.

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