Serbia in festa a Mosca, scatta la polemica

Il Paese parteciperà alla parata in ricordo della vittoria del ’45. La delegazione Ue-Belgrado: mossa contraria all’integrazione
Un momento della parata militare del 9 maggio 2010
Un momento della parata militare del 9 maggio 2010

ZAGABRIA. La Serbia festeggerà i 70 anni dalla vittoria nella Seconda guerra mondiale sulla Piazza Rossa. La decisione, presa nei giorni scorsi dal presidente serbo Tomislav Nikoli„, continua a far discutere in Europa. Il 9 maggio a Mosca si terrà una grande parata militare per celebrare la vittoria sull’Asse nel 1945. Una giornata che sarebbe sicuramente di festa se non fosse per il quantomeno delicato periodo che attraversano le relazioni russo-europee.

In questo contesto, l’iniziativa di Belgrado non passa certamente inosservata nelle cancellerie del Vecchio Continente. All’indomani della dichiarazione di Nikoli„, l’eurodeputato slovacco Eduard Kukan, che presiede la delegazione parlamentare Ue-Serbia, parte all’attacco: «La partecipazione serba alla parata di Mosca è contraria all’integrazione europea», accusa Kukan. «Dato il contesto, una decisione di questo tipo diventa inevitabilmente un gesto politico - prosegue il parlamentare europeo - e Nikoli„ deve tenere a mente che questo tipo di mosse può avere delle conseguenze sul processo d’integrazione del suo paese».

A Belgrado, il governo è di tutt’altro avviso. «L’Unione europea non ci ha mai chiesto di non andare a Mosca e questa scelta non influenza in alcun modo il nostro approccio all’integrazione europea», assicura il ministro degli Esteri serbo Ivica Da›i„. «Vogliamo celebrare la vittoria sul fascismo, per la quale abbiamo perso un gran numero di vite umane», precisa Da›i„ sottolineando che anche altri paesi europei saranno presenti a Mosca. Per il momento però, sono pochi i leader che hanno assicurato la propria partecipazione alla parata militare del 9 maggio (tra gli europei, solo il presidente ceco Miloš Zeman) e si prevede al contrario che la maggior parte dei big declinino l’invito.Angela Merkel ha annunciato che si recherà nella capitale russa il giorno successivo, il 10 maggio, per deporre fiori sulla tomba del milite ignoto. Mentre in Croazia la presidente Grabar-Kitarovic - anch’essa invitata - non ha ancora ufficializzato la sua decisione. Le autorità di Belgrado rischiano quindi di non avere molta compagnia sugli spalti della Piazza Rossa.

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Ma se da un lato c’è chi interpreta la missione serba a Mosca come uno sgarbo diplomatico (soprattutto date le sanzioni imposte dall’Ue alla Russia e visto il conflitto in Ucraina), dall’altro c’è già chi smorza i toni. «La partecipazione alla parata militare di Mosca è una scelta del governo di Belgrado nell’ambito della sua politica estera», ha commentato il segretario generale dell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce) Lamberto Zannier, secondo quanto riportato dall’agenzia serba Beta. A margine di una conferenza stampa congiunta con Ivica Da›i„, l’alto diplomatico originario ha convenuto che «la Serbia è un paese che ha bisogno di posizionarsi in una fase in cui la polarizzazione è crescente», ma che «bisogna mantenere aperti tutti i canali di comunicazione». Dal primo gennaio, la Serbia ha preso ufficialmente il comando della presidenza dell’Osce per tutto il 2015: un anno in cui la crisi ucraina e le relazioni tra Europa e Russia saranno costantemente all’ordine del giorno. E Belgrado può dialogare al tempo stesso con Mosca e con Bruxelles.

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