Serbia e Bosnia flagellate dal maltempo
BELGRADO. Pioggia, pioggia, ancora pioggia e tanto vento. È questa l’infausta combinazione meteo che sta mettendo in ginocchio Serbia e Bosnia-Erzegovina, da due giorni interessate assieme al resto dei Balcani da un’eccezionale ondata di maltempo. Serbia dove la situazione è talmente grave, a causa dell’esondazione di fiumi e torrenti e degli smottamenti e allagamenti che interessano praticamente tutto il Paese, capitale inclusa, da aver costretto il governo a dichiarare lo stato d’emergenza a livello nazionale, il premier Vu›i„ a parlare della «più grave catastrofe che si ricordi». E la chiesa ortodossa a chiamare a raccolta i fedeli per una messa a Belgrado, dove si è pregato per la fine del nubifragio. Catastrofe naturale che ha già mietuto almeno tre vittime e spinto le autorità a chiedere aiuto all’Ue e alla Russia e alla Slovenia. Vu›i„ ha invitato nel frattempo i serbi a evitare viaggi non necessari, a non portare fuori i bambini, che potranno rimanere a casa grazie alla chiusura delle scuole fino a sabato, a «salvare prima voi e dopo il bestiame», nel caso dei contadini. Parole che fanno comprendere le dimensioni del problema. Ieri, 650 persone sono state tratte in salvo da pompieri, polizia ed esercito da case circondate dalle acque o in procinto di essere isolate a causa del livello crescente dell’acqua o ai ponti crollati. E isolate rimangono cittadine come Gornji Milanovac, Valjevo, Ub, Rakovica, Obrenovac, mentre grave è la situazione in una miriade di paesini e villaggi. Anche a Belgrado, sferzata da vento incessante, in 24 ore sono caduti più di 140 mm di pioggia. Intanto continua a salire il livello dei fiumi, dall’imponente Danubio alla Sava fino alla Drina, oltre ai corsi d’acqua minori. E la situazione rimane ugualmente difficile anche in Bosnia, dove vige lo stato d’emergenza e dove ieri si è registrata la prima vittima, un anziano di Bratunac, annegato mentre tentava di salvare il proprio bestiame. Anche qui strade bloccate, allagamenti, esondazioni di fiumi. Le località più colpite, Maglaj, Doboj, Sekovici, Zadovici, da dove sono arrivati video del fiume Bosna in piena che a molti hanno ricordato quelle di uno tsunami in piena regola. Paura anche a Sarajevo, dove la Milja›ka ha raggiunto il livello più alto degli ultimi dieci anni.
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