Sequestro, resta in carcere il “capo” della banda

Rimesso invece in libertà il più giovane dei tre coinvolti nella notte di violenza su un trentenne a Giarizzole. Inquirenti al lavoro per definire ruoli e responsabilità
Lasorte Trieste 12/09/14 - Piazzale Giarizzole
Lasorte Trieste 12/09/14 - Piazzale Giarizzole

È stato rimesso in libertà ieri, dopo l’interrogatorio di garanzia, Renato Starz Zimarelli, 18 anni, il più giovane dei tre ragazzi - due arrestati, uno denunciato - coinvolti nella notte di terrore consumatasi fra mercoledì e giovedì scorsi a Giarizzole, quando un trentenne è stato vittima di un sequestro di ore a sfondo violento nella casa di uno dei tre: offeso, minacciato, picchiato, umiliato. Resta invece in carcere, mentre gli investigatori della Polizia e la magistratura sono impegnati nel delineare meglio i contorni della vicenda, l’altro indagato, Daryl Marussi, 21 anni ma già noto alle forze dell’ordine e ritenuto la mente del sequestro. Secondo l’accusa è stato lui, assieme a Starz Zimarelli, a esercitare una violenza fisica e psicologica verso il trentenne nell’appartamento di Daniel Marjanovic, 22 anni, triestino come gli altri protagonisti della vicenda nata in un contesto di microcriminalità. E questo mentre lo stesso padrone di casa si trovava già agli arresti domiciliari per episodi precedenti. All’alba la vittima era riuscita a fuggire: da qui le denunce.

«Si stanno cercando eventuali conferme agli indizi investigativi - spiega l’avvocato difensore di Marussi, Cristina Birolla - poiché alcune dichiarazioni delle persone coinvolte sono contrastanti. Ci consta che non risulta del tutto chiara neppure la posizione del denunciante». La legale (che difende il giovane anche in altri procedimenti), invocando l’opportunità di inquadrare meglio il caso, sottolinea che Marussi, rimasto presto orfano di madre, vive una condizione di disagio, senza fissa dimora e che si rivolgeva ai frati di Montuzza per i pasti.

«Il mio assistito dopo l’interrogatorio di garanzia è stato rimesso in libertà» ha dichiarato d’altra parte ieri in tarda mattinata l’avvocato Ferdinando Ambrosiano, difensore di Starz Zimarelli risultato subito, stando ai racconti della vittima, avere avuto un ruolo marginale. Per il legale il diciottenne, «pur essendo stato presente, è totalmente estraneo» ai fatti di violenza. L’istanza di restrizione cautelare chiesta dal pm, e che aveva portato all’emissione degli arresti domiciliari, è stata respinta dal magistrato. «Sulla decisione - aggiunge Ambrosiano - hanno pesato anche l’età del mio assistito, il fatto che è incensurato ma soprattutto la mancanza di gravi indizi che avvalorassero una colpevolezza». «Sono soddisfatto anche perché la famiglia di Renato Starz da questa vicenda sta uscendo distrutta - precisa ancora l’avvocato -: lui è un ragazzo che vive in famiglia e lavora, come cuoco. Bene inserito insomma».

Altri guai potrebbero profilarsi intanto per l’”ospite” della serata, Daniel Marjanovic, già ai domiciliari. “Ricevendo gli amici” ha infranto una precisa disposizione prevista dai domiciliari, e che ora potrebbe essere revocata a favore di una più aspra. Frattanto il “numero due” della Questura Paolo Gropuzzo commenta: «Anche se a prima vista alcuni particolari sembrerebbero riecheggiare quelli ben più gravi di Gretta, i due episodi non sono paragonabili. Il profilo dei protagonisti è diverso».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Il Piccolo