Sequestrato lo stabilimento Gabriele di Punta Sottile

MUGGIA Blitz della Capitaneria di porto allo stabilimento balneare “Gabriele” di Punta Sottile. La struttura di proprietà del goriziano Sabino Taccardi in gestione con la moglie muggesana Mara Schieriani, ex consigliere comunale di Forza Italia, è stata posta sotto sequestro dai militari. Massimo riserbo ancora sulla decisione effettuata dal giudice di porre i sigilli sull'area: le indagini sono ancora in corso.
In passato lo stabilimento muggesano è stato al centro di diversi contenziosi, sia con il Comune di Muggia che con il Demanio. Lo stabilimento “Gabriele” viene chiamata anche la “piccola San Marino”, una realtà a sé, quasi parallela al resto del territorio. Motivo per cui le beghe giudiziarie sono di casa in strada per Lazzaretto 77. Nel 2012 l'area rientrò nel rapporto mensile effettuato dalla polizia municipale di Muggia riguardanti “opere o lottizzanti realizzate abusivamente”.
A Taccardi venne infatti contestata dal Municipio “la realizzazione di un gazebo a due falde spioventi costituito da travi in legno, struttura realizzata nonostante l'assenza dell'autorizzazione paesaggistica”. Gazebo in legno di una certa dimensione pari a circa 100 metri quadrati di lunghezza. Con annessi tavoli e sedie posti sotto la cime del monticello.

All'inizio del 2012, invece, il proprietario del “Gabriele”, a differenza degli altri stabilimenti muggesani, non fece richiesta di autorizzazione per l'apertura della struttura. Atto che comportò da parte del Comune una sanzione amministrativa con tanto di obbligo di chiusura immediata dello stabilimento. Sulla querelle Taccardi decise di fare un ricorso straordinario al presidente della Repubblica per annullare le disposizioni del Comune. L'amministrazione Nesladek decise di costituirsi in giudizio per resistere al ricorso straordinario.
Il contenzioso legale più grande riguarda però la titolarità delle piattaforme dello stabilimento. Sotto accusa il mancato pagamento dei canoni concessori che il Comune, ente al quale dal 2006 sono state delegate le funzioni amministrative sul Demanio marittimo, ha richiesto per l'utilizzo della piattaforma a mare. Oltre 100 mila euro l'ammontare totale del dovuto da parte dei Taccardi poiché agli atti le piattaforme risultano di proprietà dello Stato.
Nel febbraio 2009 il Comune fece richiesta di pagamento allo stabilimento che però impugnò il provvedimento amministrativo dinanzi al Tar del Friuli Venezia Giulia, il quale, con sentenza del 2011, dichiarò il difetto del giudice adito in favore del giudice ordinario. Nel maggio del 2012 Taccardi notificò al Comune un atto di citazione dinanzi al Tribunale civile per chiedere al giudice di accertare e dichiarare che lo stesso Taccardi non deve nessun canone o concessione, né che sia tenuto a rilasciare il bene. L'amministrazione Nesladek decise di costituirsi in giudizio. E nella stessa causa si è costituita anche l'Avvocatura dello Stato. Stato e Comune contro la piccola San Marino di Punta Sottile.
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