Sequestrato il cellulare della sedicenne indagata

I messaggi inviati via WhatsApp, i post pubblicati su Facebook, gli sms spediti, e soprattutto, quelli ricevuti. La chiave di volta per sciogliere i tanti punti interrogativi legati alla morte della neonata gettata dalla finestra di una casa di via Costalunga dalla madre sedicenne, potrebbe essere nascosta proprio lì, nelle conversazioni “custodite” in un cellulare. Per questo motivo gli uomini della Squadra mobile, che indagano sulla morte della piccola, hanno deciso di sequestrare il telefonino dell’adolescente, come noto unica indagata in questo momento con l’accusa di omicidio volontario aggravato.
A consegnare il cellulare agli investigatori, a quanto si è appreso, sono stati la madre della ragazza e il suo compagno, che continuano ad assistere 24 ore su 24 la giovanissima, ancora ricoverata al Burlo. «Anche noi vogliamo sia fatta chiarezza - ha ribadito ieri il patrigno dell’adolescente -. Per questo abbiamo offerto la massima collaborazione agli investigatori. Ribadisco ancora un volta però che noi non ci siamo accorti della gravidanza, forse anche perché la bambina è un po’ in sovrappeso. Lo so che è difficile crederci, ma questa è la verità». Ieri intanto è stato definito il primo atto formale degli accertamenti da parte di Francesco Verderese, il pubblico ministero del tribunale dei minorenni, titolare del fascicolo a carico della ragazzina.

L'autopsia. Si tratta dell’autopsia sul corpicino della neonata che sarà eseguita - come disposto dalla Procura dei minori - dal medico legale Fulvio Costantinides. Il coroner non solo dovrà stabilire le cause della morte della neonata (avvenuta domenica attorno alle 20, a distanza di circa quattro ore dal ricovero al Burlo scattato dopo il ritrovamento nel cortile di casa), ma anche individuare con la massima precisione il cosiddetto nesso di causalità. Infatti il corpicino - secondo la ricostruzione degli investigatori della Mobile - è rimasto al freddo per almeno cinque ore. E cioè da quando è stato gettato dalla finestra (presumibilmente all’alba di domenica) alle 13, orario in cui tre donne che andavano a passeggiare con i cani lo hanno trovato su un mucchio di sassi e immondizie nel campetto dietro alle case Ater di via Costalunga.
Il primo esame eseguito dai sanitari del 118 sul corpicino della bambina appena nata aveva evidenziato anche i segni visibili di un violento trauma al capo provocato dall’impatto appunto contro i sassi dopo il volo dall’altezza di circa 3 metri. Trauma che si era manifestato sulle ossa del cranio notoriamente morbide perché non ancora definitivamente formate.
All’udienza per l’affidamento dell’autopsia ha partecipato anche l’avvocato Giovanni Borgna, che rappresenta la ragazzina accusata di omicidio. Ha indicato i consulenti di parte, che assisteranno alle perizie del medico legale Fulvio Costantinides. Si tratta dell’anatomopatologo Raffaele Barisani e del ginecologo Carlo Bouché, già direttore del reparto del Burlo.
«Ritengo - ha dichiarato l’avvocato Borgna - che la vicenda debba essere interpretata con i canoni della comprensione e della pietà invece che con quelli dello scandalo e del linciaggio».
A breve, inoltre, dovrebbe essere nominato lo psichiatra che, su incarico del pm dei minori Verderese, dovrà valutare la capacità di intendere e di volere della ragazzina che, ai genitori e ai medici del Burlo, ha più volte assicurato di non essersi accorta di aspettare un bambino.
«Non sapevo di essere incinta», aveva dichiarato quando era stata accompagnata domenica pomeriggio dalla madre al Burlo. La ragazzina ha sempre sostenuto di aver partorito da sola nel bagno di casa in assenza dei genitori. I quali, a loro volta, hanno dichiarato di non essere stati a conoscenza dello stato di gravidanza della ragazza.
E qui appunto si gioca l’altra parte dell’inchiesta giudiziaria per ora contro ignoti. Si tratta di un’indagine parallela aperta dal procuratore capo Carlo Mastelloni e affidata al sostituto Cristina Bacer. Lo scopo evidente è quello di verificare eventuali responsabilità da parte di chi era a conoscenza della gravidanza della ragazzina e potrebbe averla indotta a gettare la propria figlia appena nata dalla finestra del bagno. Ed è anche in questa direzione che proseguono le indagini.
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