Sequestrati pesce e generi alimentari a un cinese

Due operazioni, nello scorso weekend, da parte della Polizia di Stato durante una serie di controlli nell’area portuale e nelle zone limitrofe. Zona che viene tenuta sotto controllo costantemente dalle forze dell’ordine.
Una tonnellata e mezza circa di generi alimentari e ittici, destinati a quattro locali in Slovenia, sono stati sequestrati dalla Polizia di frontiera marittima di Trieste nell’area del porto. Gli alimenti erano trasportati in un furgone con targa slovena condotto da un cittadino cinese, N. J. (le iniziali del suo nome), 38 anni, regolarmente residente a Lubiana, commerciante e contitolare con la moglie dei quattro ristoranti. Il veicolo era però privo di sistemi di refrigerazione e i cibi erano in precarie condizioni igienico-sanitarie.
Tra gli alimenti sequestrati, acquistati a Chioggia in provincia di Venezia, figuravano mazzancolle, tubi di totano, polipi, vongole veraci, tofu e 40 sacchi da 20 chilogrammi di riso. All’uomo - risultato poi positivo all’alcoltest - sono state sequestrate banconote per un totale di 50mila euro. Gli è stata comminata una sanzione di 6.452 euro assieme al ritiro della patente per i risultati dell’alcoltest. All’operazione hanno preso parte il personale della Polizia stradale di Trieste, del Primo nucleo operativo del gruppo Trieste della Guardia di finanza e dell’Azienda per i servizi sanitari Triestina,
Nell’altra operazione della Polizia di frontiera marittima nel porto di Trieste fermati cinque iraniani di nazionalità corda. Durante l’attività di controllo effettuata in punto franco nuovo in occasione dell’ultimo arrivo del traghetto proveniente dalla Grecia, è stata bloccata una coppia di coniugi con tre figli minori, iraniani di nazionalità curda, ma con falsi passaporti slovacchi.
Il nucleo familiare era sbarcato da un traghetto a bordo di un furgone con targa slovacca. Alla contestazione sui documenti fatta da parte degli agenti, i due adulti hanno dato le proprie vere generalità.I documenti e il mezzo sono stati sequestrati e gli stranieri, denunciati in stato di libertà all’autorità giudiziaria, mentre il gruppo familiare ha richiesto l’asilo politico ed avviato le pratiche presso l’Ufficio immigrazione della locale questura.
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