«Senza l’una tantum pronto a chiudere»

«Se l’una tantum dei soci non arriva, io non firmo le carte per il prestito di Unicredit, non mi espongo e chiudo». Francesco Franzin, di professione medico di famiglia, da lungo tempo socio del...

«Se l’una tantum dei soci non arriva, io non firmo le carte per il prestito di Unicredit, non mi espongo e chiudo». Francesco Franzin, di professione medico di famiglia, da lungo tempo socio del Tennis Club Triestino e con esperienze anche in politica, ha preso in mano il circolo di Padriciano lo scorso anno.

«Abbiamo una responsabilità non tanto per salvare il circolo - spiega - quanto per dare da mangiare a chi, in quella struttura, ci lavora. Le difficoltà ci sono, è evidente, ma è ora di finirla di guardare al passato, i disastri combinati da chi ha gestito il Tct precedentemente e tentare di tenerlo su e farlo ripartire con un minimo di buon senso». Al circolo di Padriciano in questo momento lavorano due preparatori atletici, cinque maestri, due manutentori, una segretaria. «Analizzando il passato - sottolinea Franzin - non abbiamo trovato nulla di illegale ma solo cose fatte male. Ora bisogna correggere gli errori e andare avanti». Certi provvedimenti sono già stati adottati. «Gli stipendi stellari - precisa - derivavano dal fatto che le quote degli straordinari erano elevatissime. Ora le spese per gli stipendi sono state ridotte di 2.500 euro al mese e complessivamente tutte le spese del circolo del 35%». Però gestire 22mila metri quadrati di circolo ha un costo. «Più di tanto non si riesce a ridurre - osserva il presidente - e una drastica riduzione dei costi si otterrebbe utilizzando solo alcuni degli 11 campi ma non è quello che vogliamo». «I soci vogliono la piscina pulita già nelle prime ore del mattino, pulizia, ordine, campi perfetti - continua - e questo ha un costo. I soci che ridacchiano alle spalle di noi che ci diamo da fare, che non fanno alto che criticare senza muovere un passo, non fanno il bene del Tennis Club Triestino». E poi c’è la questione dell’ammanco. «Parlando con Bruno Gambardella, persona che stimo, che considero un fratello maggiore e che è stato pure mio professore - spiega Franzin - ho usato il termine inappropriato di “ammanco” ma intendevo “spese ingiustificate” che poi analizzando meglio le carte sono risultate giustificate». «A Bruno - aggiunge - dico di tornare sui suoi passi e di riprendere il suo posto accanto a me. Non serve più concentrarsi su cosa si è fatto in passato, serve rivolgersi al futuro prodigandosi in ogni maniera con buon senso per arrivare a quel 2018 che rappresenta la fine del tunnel». Nel 2018 il circolo celebrerà i suoi primi 120 anni. (l.t.)

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