Senza l’Agenzia del lavoro risparmio di 700 mila euro

Finita nel mirino del governatore Tondo che vorrebbe presto sopprimerla. Vi operano 14 persone specializzate sui temi dell’occupazione e del mobbing
Silvano Trieste 13/04/2010 Sportello del Lavoro
Silvano Trieste 13/04/2010 Sportello del Lavoro

TRIESTE

Zac. Un taglio netto di forbice e via. Si dice addio a un ente pubblico e si fa risparmiare alle casse della Regione 700mila euro l’anno. Ecco cosa ha in mente il governatore-tagliatore Renzo Tondo, che sta già affilando la lama per mietere una delle sue prime vittime: l’Agenzia regionale del lavoro. Si tratta di una di quelle realtà pubbliche di cui il presidente pidiellino ha annunciato l’imminente morte, in quel discorso anti-Casta pronunciato in Consiglio regionale che metteva sul banco degli imputati molti “pesi” pubblici da spazzare via, accorpare, o fondere per ottenere risparmi. Da quel giorno sono passati circa due mesi. Il governatore ha assegnato ai suoi assessori l’arduo compito di definire, assieme agli uffici, i passi concreti con cui raggiungere gli obiettivi fissati, e ha affrontato la questione con i diversi soggetti interessati, ovviamente non troppo ben disposti nei confronti del presidente.

L’Agenzia del lavoro

Ecco, dunque, uno di quegli enti di cui Renzo Tondo vorrebbe velocemente disfarsi. Si tratta dell’Agenzia regionale del lavoro, destinata, secondo i piani del presidente, a chiudere i battenti. L’Agenzia è un ente funzionale della Regione ed è stata istituita dalla legge regionale numero 18 del 9 agosto 2005, diventando operativa dalla primavera del 2006.

Le funzioni dell’ente

I compiti dell’Agenzia sono vari. I suoi dipendenti si occupano, ad esempio, di assistenza tecnica all’assessorato e alla direzione centrale competenti in materia di lavoro; monitorano e valutano l’efficacia delle politiche del lavoro promuovendo l’innovazione del settore; osservano l’andamento del mercato del lavoro e “controllano” le attività svolte dalle Province in tale materia attraverso gli Sportelli. Ma non solo. L’ente si occupa anche della predisposizione del rapporto annuale in materia di lavoro e dell’assistenza tecnica alle Amministrazioni provinciali nel campo delle politiche del lavoro. E, ancora, supporta la realizzazione di progetti complessi di livello regionale e interprovinciale da realizzarsi anche in collaborazione con altre Regioni e Stati. In particolare, sono stati realizzati dei progetti in tema di lavoro sommerso, di cultura della sicurezza e di incentivi in favore dei collaboratori a progetto. Proseguendo con la carrellata dei compiti dell’Agenzia, ecco che compare anche quello di monitorare l’andamento del mercato del lavoro per prevenire le situazioni di gravi difficoltà occupazionali, e la redazione e gestione dei piani di fronteggiamento delle situazioni di difficoltà occupazionali.

Il mobbing

Uno dei temi più delicati di cui si occupano gli impiegati dell’ente è il mobbing: l’Agenzia ha infatti anche la funzione di favorire la conoscenza del fenomeno delle molestie morali e psico-fisiche sui luoghi di lavoro e definire le misure idonee di prevenzione. Il mobbing viene poi studiato anche attraverso la raccolta e l’elaborazione dei dati provenienti dai Punti di ascolto sparsi in Friuli Venezia Giulia. L’ente produce studi e ricerche per analizzare le possibili correlazioni tra molestie morali e psico-fisiche e infortuni.

Il personale

I dipendenti stabilmente in organico nell’Agenzia sono ripartiti in tre categorie: il direttore, nominato dal presidente della Regione, il cui rapporto di lavoro è regolato da un contratto di diritto privato; i dipendenti regionali, appartenenti al comporto unico; il personale di ricerca assunto con contratto di ricercatore. Complessivamente, nell’Agenzia regionale del lavoro oggi operano 14 persone.

I costi

L’Agenzia costa alle casse della Regione 700mila euro l’anno. Questo dato non comprende, ovviamente, gli stipendi dei dipendenti regionali che, anche in caso di smantellamento dell’ente, continuerebbero a lavorare per la Regione, in altri uffici (va da sé che lo spostamento non comporterà un risparmio). La spesa si conterrebbe però tagliando ad esempio i contratti a termine dei ricercatori, piuttosto che “stringendo” sui convegni e gli eventi, organizzati per esporre il risultato di studi e ricerche. Quegli studi e quelle ricerche che ci dicono, ad esempio, come aumenta e diminuisce la disoccupazione in regione, come migliorano le opportunità di impiego per le donne e tante altri dati ancora.

Il futuro

Cosa accadrà adesso? Come verranno distribuiti i dipendenti dell’Agenzia? Questi ultimi si occuperanno di ciò che fanno adesso nell’ente? Tutto ciò, per il momento, resta un mistero. L’assessorato al Lavoro timonato da Angela Brandi si limita a spiegare che tutto ciò è ancora in fase di studio, ci sono molte ipotesi, sulle quali si sta ancora lavorando. È comunque plausibile pensare che i dipendenti dell’Agenzia vengano assorbiti nel competente assessorato.

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