Senza biglietto sui bus e multe non pagate La nuova verifica di Apt vale 105 mila euro

La società fa analizzare la documentazione e rileva un mancato ricavo per i “portoghesi” con crediti non inseriti a bilancio
Bonaventura Monfalcone-09.09.2020 Controlli-Apt-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura
Bonaventura Monfalcone-09.09.2020 Controlli-Apt-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura



Nell’arco di due anni i crediti non riscossi dall’Azienda provinciale dei trasporti sarebbero stati sull’ordine dei 105 mila euro. Cifra vantata nei confronti degli utenti del servizio di trasporto pubblico sorpresi a viaggiare senza biglietto, e in quanto tali multati. Le annate di riferimento riguardano il 2013 e il 2014, per le quali i “portoghesi” avrebbero arrecato alla società un mancato ricavo rispettivamente di circa 48 mila e 56 mila euro. Importi corrispondenti, dunque, al costo del titolo di viaggio e alla relativa sanzione amministrativa. Voci però che non sarebbero risultate riportate nei bilanci di esercizio dell’Azienda del trasporto pubblico, secondo le procedure in ordine alla redazione dei conti economici di una società. Un aspetto per il quale verrebbe ora ipotizzata l’omissione delle comunicazioni sociali, in base all’articolo 2621 del Codice civile e che comporterebbe un profilo penale in ordine alla redazione di un bilancio «non completamente veritiero». La rilevazione dei crediti deriva dalla documentazione di un ente preposto con il quale Apt aveva stipulato una specifica convenzione ai fini della riscossione, convenzione siglata il 23 gennaio 2019 e con durata fino al 31 dicembre 2021. All’ente incaricato era stato affidato il compito di recuperare le somme relative agli anni 2013 e 2014. Peraltro, i termini di riscossione sono fissati in cinque anni, oltre i quali i crediti si prescrivono e vengono poi dichiarati inesigibili. Il tema del mancato pagamento dei biglietti del bus è stato affrontato dalla subentrata amministrazione Apt Tpl, che ha inteso far analizzare la documentazione in ordine ai bilanci societari pregressi. E dalla analisi fornita alla società sarebbe pertanto emersa la mancata apposizione in bilancio dei crediti circa le due annualità.

Il Consiglio di amministrazione presieduto da Caterina Belletti, intende valutare la questione al fine di intraprendere le decisioni che riterrà opportune. La presidente Belletti, tuttavia, come già in passato, non ha inteso rilasciare dichiarazioni al riguardo, né in merito alle eventuali decisioni da parte della governance societaria.

Si parla dunque degli anni 2013 e 2014. Poste che sarebbero dovute comparire nei relativi bilanci, con la specifica distinzione tra la tariffa del titolo di viaggio e la rispettiva sanzione amministrativa, sanzione per la quale la Regione Friuli Venezia Giulia ha stabilito venga introitata dalla società. Anche i crediti dichiarati inesigibili andrebbero conseguentemente apposti nel bilancio con apposite voci. In termini tecnici, sostanzialmente il bilancio rappresenta la “cartina tornasole” della gestione economico-finanziaria di una società. La legge di riforma numero 69 del 2015, attraverso la modifica del Codice civile prevede la rappresentazione di ogni voce, il bilancio quindi va redatto in modo corretto e veritiero, ai fini della tutela dei soci, di terzi e dell’intero mercato. Sulla scorta della normativa in materia si sarebbe riscontrata la mancata “registrazione” relativa ai crediti in questione, e, in relazione all’articolo 2621 del Codice civile, la conseguente «omessa comunicazione sociale», a tutela dei principali destinatari di queste informazioni, quindi soci, terzi ed il mercato. Un’omissione che, verosimilmente, come è stato sempre riferito, si estenderebbe in termini teorici anche ai bilanci di esercizio successivi, fino al 2020, ossia fino all’insediamento della nuova amministrazione. Se così fosse, come viene ancora riferito, la proiezione potrebbe portare a crediti quantificabili in diverse centinaia di migliaia di euro, e crediti di questa tipologia nei bilanci non sarebbero risultati.—

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