Senza biglietto, aggredisce a morsi il vigilante sul bus: «Va processato»
TRIESTE «Biglietto, prego». È bastata questa semplice richiesta per scatenare a bordo di un autobus la furia violenta del cinquantasettenne triestino Alessandro Vitri. L’uomo si è scagliato contro tre controllori prendendo a morsi uno degli addetti. Tutto questo davanti agli occhi sbigottiti degli altri passeggeri.
L’episodio, che risale ai primi di novembre del 2018, ora è pronto ad approdare in un’aula di Tribunale: il pubblico ministero Matteo Tripani, il magistrato che ha indagato sulla vicenda, ha chiesto il rinvio a giudizio per il cinquantasettenne triestino. L’udienza preliminare è fissata per domani davanti al giudice Luigi Dainotti.
Non è di certo la prima volta che su un autobus accadono fatti del genere, con passeggeri privi del regolare titolo di viaggio che reagiscono a malo modo, talvolta anche con pugni e calci, e poi tentano di fuggire. Ma scene del genere, con tanto di morsi, non si erano viste prima di quest’episodio.
I tre addetti, vittime del gesto violento del cinquantasettenne triestino, non sono dipendenti della Trieste Trasporti, bensì dell’Italpol. Sono guardie giurate, ovvero gli operatori di cui si serve la partecipata comunale per assicurare un servizio di controllo più capillare e completo sulle linee cittadine, soprattutto di sera.
Quando è accaduto il fatto i tre operatori dell’Italpol erano da poco saliti su un bus domandando il biglietto alle persone presenti. Giunto per l’appunto il turno del cinquantasettenne Alessandro Vitri, è scoppiato il putiferio: l’uomo si è prima rifiutato di esibire il titolo di viaggio (che evidentemente non aveva), poi – nel momento in cui i controllori stavano procedendo con l’identificazione – è andato in escandescenze.
Una scena tanto veloce quanto violenta: prima gli spintoni diretti a due delle guardie giurate che si erano avvicinate all’uomo privo di biglietto, poi le minacce rivolte a tutti e tre, quindi l’improvviso morso sulla mano destra di uno degli addetti, quello che il cinquantasettenne triestino in quegli istanti aveva più a tiro. E poi, ancora, le urla: «Vi ammazzo, vi farò perdere il lavoro».
Le contusioni riportate dalla guardia giurata sono state comunque giudicate guaribili in pochi giorni.
L’imputato, difeso d’ufficio dall’avvocato Gianfranco Grisonich, non dovrà rispondere “solo” dell’aggressione, ma anche del resto del comportamento tenuto in autobus nei confronti degli addetti dell’Italpol: il rifiuto di fornire indicazioni sulla propria identità personale è infatti un reato previsto dall’articolo 651 del Codice penale. Un rifiuto che, stando a quanto si è appreso, l’uomo avrebbe opposto pure agli agenti della Squadra volante intervenuti poco dopo sul posto. —
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