Sentenza a Bucarest: l’ex capo di Stato è stato una spia della Securitate

Ma Basescu preannuncia l’appello e si difende: «Credevo di essere in contatto con il controspionaggio militare»

BUCAREST È la missione più difficile, fare i conti con il passato, confrontarsi e, a volte, scontrarsi, con la propria storia, soprattutto se questa nel recente passato porta il nome di Ceausescu, un terribile dittatore che schiacciò la Romania sotto il masso della sua polizia segreta, la spietata Securitate. Ma il più delle volte questa missione è inevitabile, o meglio, doverosa, per scrollarsi di dosso fantasmi e luoghi comuni, paure e pericolosi revanscismi.

E in Romania, Paese oggi dalle mille contraddizioni, politiche, sociali e ideologiche la volontà di confrontarsi con la propria storia resta viva. Lo dimostra il verdetto del Tribunale di Bucarest, che ha confermato che l'ex presidente Traian Basescu ha spiato colleghi e altre persone per conto della Securitate. L'ex presidente rumeno è stato un informatore della famigerata polizia segreta dell'era comunista del Paese, la Securitate.

I giudici hanno confermato la conclusione di un'indagine condotta in precedenza dal Consiglio nazionale per lo studio degli archivi di sicurezza (Cnsas), che Basescu ha contestato. L’ex capo di Stato ha, infatti, preannunciato il proprio appello. «Prendo il verdetto del tribunale così com'è. Farò appello al verdetto in un grado superiore di giudizio», ha affermato l’ex presidente esponente politico del centrodestra rumeno all'agenzia di stampa privata Mediafax dopo che la sentenza del tribunale è stata resa pubblica.

Nel giugno di quest'anno, il Consiglio nazionale per lo studio degli archivi di sicurezza ha avviato un procedimento giudiziario per accertare se Basescu, presidente tra il 2004 e il 2014, avesse collaborato con la polizia politica durante il regime comunista dal 1948 al 1989. Secondo i documenti del Servizio di intelligence rumeno ricercati dal Cnsas, la Securitate reclutò Basescu nel 1972 quando era uno studente in un istituto nautoco. Il suo fascicolo fu distrutto nel 1979 senza essere messo in un micro-film, dopo che Basescu si unì al partito comunista al potere in Romania (Pcr).

Ma il Consiglio nazionale per lo studio degli archivi di sicurezza ha trovato quelle che sembravano note scritte a mano dallo stesso Basescu dove si legge che l’ex capo di Stato aveva raccolto informazioni sui suoi colleghi universitari e su diversi stranieri che ha incrociato durante le sue attività di studio. Secondo questa versione dei fatti, ora confermata dal tribunale, Basescu lavorava con il nome in codice “Petrov”.

L’ex presidente, come informa l’agenzia Birn, ha ripetutamente smentito le accuse e ha definito le conclusioni del Cnsas motivate politicamente. «Il Cnsas e io abbiamo punti di vista completamente diversi. Una terza parte, il giudice, ci concilierà», ha dichiarato Basescu a giugno il quale affermò di aver dato informazioni solo a quello che pensava fosse il servizio di controspionaggio militare. «Ho ritenuto che fosse un servizio subordinato al comando della marina - ha affermato - non sapevo che il controspionaggio militare rappresentasse la Securitate».

Ex capitano di una nave che lavorava per la marina mercantile rumena durante il regime comunista, Basescu fece della condanna dell'ideologia e del regime comunisti in Romania uno dei pilastri del suo mandato da presidente. Su sua iniziativa, il Parlamento rumeno ha ufficialmente condannato il regime comunista nel 2006. Il Cnsas lavora a stretto contatto con storici e altri esperti per stabilire quali personaggi pubblici hanno lavorato per la Securitate o sono stati posti sotto la sua sorveglianza. —


 

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