Senegalesi in festa nella nuova casa di Prosecco tra inni sacri, cibi profumati e dirette tv in Africa

la storia
Dal sacro dei canti religiosi e delle preghiere del credo “Mouride”, al profano della cucina tipica senegalese, con i forti profumi offerti dalla minestra a base di cipolla con le patate nel pentolone. Il tutto nel segno della fratellanza e della volontà di integrarsi sempre di più in una società che talvolta fatica ad accoglierli.
I senegalesi di Trieste e dell’intero Friuli Venezia Giulia, per un totale di più di 300 persone, hanno celebrato ieri, per la prima volta nella loro nuova sede di Prosecco nei pressi della vecchia Stazione ferroviaria, acquistata pochi mesi fa, la loro principale festa religiosa nazionale, il “Grand Magal di Tomba”. È stata così un’intera giornata da dedicare alla riflessione, ai valori di pace e convivenza che il credo “Mouride” propone, al raccoglimento e alle preghiere. Intervallate però proprio dalla degustazione dei cibi e delle bevande che fanno parte della tradizione e della cultura del Paese africano. Un modo per ritrovarsi, indossare gli sgargianti abiti multicolore, anch’essi frutto di secolari usi che si sono tramandati di generazione in generazione, ritrovare vecchi amici e fare nuove conoscenze.
«Per noi – ha detto Amadou Fall, capo della confraternita dei “Mouride” locali – poter avere una nostra casa, un luogo nel quale ritrovarci, senza dover ricorrere all’ospitalità delle istituzioni triestine, che peraltro è sempre stata comunque molto generosa, rappresenta un fondamentale passo in avanti. Questo edificio e gli spazi che lo circondano – ha aggiunto – sono adesso il nostro punto di ritrovo, dove poter vivere la nostra cultura, la nostra religione».
A sottolineare il rilievo di quest’inaugurazione ufficiale della sede di Prosecco dei “Mouride” locali - denominata “Keur Serigne Touba”, che in lingua wolof, antico idioma senegalese, significa “Casa dello sceicco di Touba”, e che ricorda la città del Senegal centrale considerata santa perché ospita la tomba di Cheikh Ahmadou Bamba, il fondatore di questa fede - è intervenuta anche la televisione ufficiale dei “Mouride”, con tanto di telecronista in veste rigorosamente lunga, color pesca.
E così le immagini della festa sono arrivate in diretta in Africa. Appartate, come prevedono le regole dei “Mouride”, ma per nulla incupite per questo, le numerose donne presenti si sono dedicate, come prevede la loro cultura, alla preparazione del cibo, poi proposto a tutti.
Sorridenti, cortesi, attente a dosare gli ingredienti, le donne senegalesi hanno partecipato in questo modo, come avviene da secoli, alla riuscita della festa.
«Siamo molto soddisfatti per la grande partecipazione a questo ritrovo – ha detto Amadou Fall alla fine della lunga maratona di eventi che si sono succeduti nell’arco dell’intera giornata – perché sono venuti connazionali della confraternita da tutte le località della Regione. Diamo appuntamento a tutti alle prossime celebrazioni».—
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