Sempre più gabbiani, cinghiali e colombi: «È emergenza vera»

Sono oltre 30mila i piccioni e tremila i “cocai” in provincia. Appello delle istituzioni: «La gente smetta di dar loro cibo»
Una famiglia di cinghiali
Una famiglia di cinghiali

Provincia di Trieste 2014: 236mila abitanti, più 30mila piccioni, 3mila gabbiani, meglio noti come “cocai”, 400 cinghiali. Una realtà preoccupante, soprattutto se la si considera superando quel concetto di buonismo di maniera, che permea il comportamento di molti triestini «pronti a dare sciaguratamente da mangiare a questi animali, creando così il presupposto per il loro proliferare, fattore pericoloso per la salute pubblica». Questa la denuncia emersa con forza ieri, nel corso di un incontro che ha visto protagonisti il Comune, rappresentato dall’assessore per l’ambiente Umberto Laureni, il vicepresidente della Provincia, Igor Dolenc, il comandante della Polizia ambientale di Trieste, Ilario Zuppani e numerosi esponenti di associazioni che si occupano del problema.

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«Bisogna capire – ha esordito Laureni – che serve una nuova cultura in materia. Piccioni, cinghiali e gabbiani sono capaci in perfetta autonomia di trovare il cibo necessario per la loro sopravvivenza, senza dover ricorrere al non richiesto aiuto dell’uomo. Tutti coloro che danno da mangiare a queste specie – ha aggiunto - sono responsabili di una situazione che, oltre che essere pericolosa per l’incolumità delle persone, e mi riferisco specificamente ai cinghiali, è dannosa per la salute pubblica. Basti pensare ai piccioni che vanno a piluccare sui tavoli del bar – ha precisato – e ai gabbiani oramai abituati a pescare nei cassonetti per le immondizie. Ho sollecitato la Fipe affinché inviti i pubblici esercenti della città a dotarsi di contenitori con coperchio per gli stuzzichini sistemati sui tavoli all’aperto, oggi esposti al passaggio dei piccioni e dei gabbiani con tutte le conseguenze del caso. Solo una presa di coscienza da parte dell’intera popolazione – ha concluso il componente della giunta Cosolini – porterà a risultati concreti. Le istituzioni e la Polizia ambientale, peraltro composta da poche unità, non possono arginare il fenomeno della proliferazione di queste specie».

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Foto BRUNI TRieste 10 05 10 Piccioni all'assalto degli avanzi sui tavolini dei Bar in piazza Unità

A evidenziare la gravità del problema è intervenuto Enrico Benussi, faunista ed esperto ornitologo: «Bastano pochi dati per delineare la situazione in città. Nel 1987 sul territorio provinciale c’era una sola coppia di gabbiani maturi, cioè in grado di procreare. Oggi ne abbiamo 500 di coppie di questo tipo, su un totale di quasi 3mila gabbiani presenti. L’aumento annuo della popolazione dei gabbiani è del 10,2 per cento. Negli ultimi vent’anni – ha proseguito – i cinghiali sono passati da un centinaio a 400, mentre i piccioni si avvicinano a quota 30mila. Bisogna che la legge finalmente permetta di intervenire sulla riproduzione di queste tre specie – ha dichiarato con sicurezza – spiegando alle cosiddette “gabbianare”, cioè quelle signore che pensano di fare un’azione meritevole dando loro da mangiare, che in realtà sono artefici di un grave danno. Siamo al cospetto di una vera e propria emergenza – ha concluso – anche perché le discariche a cielo aperto di Capodistria e Sesana rappresentano, per i gabbiani, un serbatoio di cibo facilmente raggiungibile. Bisognerà discuterne con le autorità slovene». Dolenc ha spiegato che «non esiste una soluzione unica e definitiva, ma bisogna trovare accorgimenti che permettano la convivenza fra uomo e gabbiani, piccioni e cinghiali. Il ragionamento è semplice – ha continuato -: più diamo loro da mangiare più si moltiplicano e ci troviamo con animali urbanizzati, cioè abituati a trovare il cibo nel tessuto urbano. La Provincia è in difficoltà – ha concluso - perché abbiamo solo cinque componenti nel corpo della Polizia ambientale». Zuppani ha ribadito che «non basta coinvolgere le istituzioni, ma sono i cittadini che devono collaborare e capire situazioni e problematiche».

Nicola Bressi, direttore dei Musei scientifici del Comune, ha invitato tutti a «ricordarsi anche dei ratti e della zanzara tigre. Cinghiali, piccioni e gabbiani non vanno aiutati, perché sono già capaci di crescere di numero e prosperare per conto loro».

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