Selfie osè e sesso all’aperto. Allarme baby hard a Muggia
MUGGIA. Selfie in posizioni osé vicino alle antiche mura del castello e lezione di Kamasutra in presa diretta a Zindis. È stata un’estate bollente quella che ha visto protagonisti alcuni teenager muggesani, “pizzicati” dagli occhi attoniti di alcuni cittadini che in pieno giorno si sono trovati davanti a scene decisamente inusuali in luoghi pubblici.
La notizia, circolata insistentemente in queste ultime ore, è stata confermata dal sindaco di Muggia Laura Marzi: «Sì, è successo, ma sono casi isolati, non ho alcun dubbio, comunque sono rattristata da episodi sui quali evidentemente dobbiamo un po’ tutti porci delle domande».
La prima scena a “luci rosse” è stata segnalata nel giardino del castello di Muggia. Una adolescente, dopo essersi alzata la maglia, ha iniziato a compiere una serie di autoscatti con il proprio telefonino, con tanto di bastone allungabile, immortalando il proprio corpo parzialmente scoperto.
Pare anche che la giovane si sia autofotografata le parti pubiche e il fondo schiena: pur essendo in pieno giorno la minorenne non ha avuto grandi esitazioni nell’abbassarsi i pantaloni. Scatti proibiti, non si sa bene destinati a chi, compiuti all’interno dell’area del medievale castello muggesano. La giovane, dopo alcuni minuti, si è poi rivestita e senza grandi imbarazzi ha lasciato il luogo incriminato.
Il secondo episodio è ancora più hard. Su una panchina vicina al campo giochi del borgo di Zindis, una giovanissima coppia, dalle iniziali effusioni su labbra e collo, si è spinta ben oltre. I due amanti sono stati visti infatti in preda a una passione quasi senza limiti: prima un rapporto orale, poi un rapporto completo, pare, sviluppato articolatamente in “diverse posizioni”.
Il rapporto sessuale si è consumato durante le ore diurne, a pochi passi da un’area nella quale sono soliti giocare i bambini del rione. Marzi ha confermato come detto i due episodi: «Partendo dal fatto che sono due casi isolati che certo non rispecchiano la maggioranza dei nostri giovani adolescenti, devo dire che trovo quanto accaduto allucinante e triste».
Marzi mette sotto accusa «la necessità forzata in alcuni giovani di cercare il brivido stando sopra le righe, sfidando le regole, invece che vivere serenamente e in modo sano la propria sessualità». Inevitabile poi la riflessione sull’educazione impartita dalle rispettive famiglie a questi teenager “trasgressivi”: «Si sa che quando i genitori fanno delle raccomandazioni, spesso queste vengono disattese e, anzi, si ottiene il risultato diametralmente contrario. Però qui si parla di alcuni valori, culturali e sociali, che vengono a mancare completamente».
Il primo cittadino cerca di smorzare la vicenda: «Sono sicura che siamo davanti a delle eccezioni. Ad ogni modo sono rattristata. Anche perché con quello che si legge oggi, con fatti di cronaca nera legati a video hard o foto osé pubblicati sui telefonini o tramite internet, direi che è il caso di prestare massima attenzione».
I due episodi non sono stati denunciati alle autorità competenti. Ma a quali sanzioni si rischia di andare incontro? Dal gennaio di quest’anno l’articolo 527 del Codice penale, inerente i cosiddetti “atti osceni in luoghi pubblici”, è stato parzialmente depenalizzato.
L’essere colti in luogo pubblico o aperto al pubblico, senza aver predisposto le misure idonee “per evitare lo scandalo e l'offesa al pudore”, è punibile con una semplice multa, al pari, ad esempio, di una contravvenzione per divieto di sosta. Ma rimane tuttora un reato, punito con reclusione da quattro mesi a quattro anni e sei mesi, il compiere atti osceni in prossimità di luoghi frequentati da minori e se vi è quindi il pericolo che i minori possano assistervi.
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