Selfie, dunque esisto. Ma solo nel mondo dei social

La parola più digitata dell'anno. Canzoni dedicate e milioni di persone pronte a scattarsene uno. Persino un' esposizione al MoMA di New York e una serie tv che porta il suo nome. Il selfie spopola e con lui la voglia di mettersi in mostra. Tutti sono coinvolti nella selfie-mania, da Barack Obama a Papa Francesco.
Il termine 'selfie' ha acquisito così tanta importanza da essere inserito nel nuovo dizionario Zingarelli in quanto considerato "parola d' uso comune".
Ma perchè il selfie è divenuto una sorta di status symbol? Innanzitutto in quanto tutti possono farsene uno e condividerlo sui social, dalle celebrità alle persone comuni ; il selfie costituisce una forma di autocelebrazione di se stessi e di narcisismo gratuito.
Una moda iniziata recentemente e destinata a durare per chissà quanti anni ancora.
Per capirne il successo bisogna però tornare alle origini. Il selfie non è nient'altro che l'evoluzione del vecchio autoscatto. Fino a pochi anni fa per scattarsi una foto da soli bisognava posizionare la fotocamera in lontananza e mettersi in posa prima che ques'ultima scattasse. Ora, con l'evoluzione della tecnologia, tutto è diventato più semplice; basta avere uno smartphone con fotocamera frontale e il gioco è fatto. Il primo telefonino con questa funzione è stato l' iPhone 4, lanciato dalla Apple nel 2010. Un grande cambiamento, certamente, tanto che con il passare degli anni quasi tutte le case di telefonia hanno armato di fotocamera frontale i loro prodotti. Addirittura la Asus ha lanciato sul mercato quest'anno un cappello con un inserto frontale per il proprio tablet, in modo da poter scattare un selfie perfetto senza troppi impedimenti. Accessorio decisamente interessante, ma essendo in edizione limitata non ha avuto successo come il GoPro Pole, un'asta con all'estremità un sostegno per il telefono per far in modo che il selfie abbia un' inquadratura più ampia.
Recentemente, secondo uno studio della American Psychiatric Association, si è scoperto che chi ha la mania del selfie (più di 10 al giorno) soffre di un disturbo mentale. "Mancanza di autostima e lacune nella propria intimità": è questa la tesi proposta nei confronti di coloro che passano il tempo libero a scattare foto di se stessi per pubblicarle sui social. Questo disturbo ha anche un nome: selfitis. Gli studiosi sostengono che gli "assetati" di selfie soffrono di un desiderio ossessivo compulsivo di scattare foto personali per pubblicarle online in modo da colmare la poca considerazione che hanno di loro stessi.
I selfie poi finiscono in rete, per la maggior parte sui social come per dire ai propri contatti “guardami, sono qui e faccio questo”. Una continua ricerca verso l'apprezzamento altrui e verso un' autoconvinzione di “esistere”. Cartesio affermava “cogito ergo sum” (“penso dunque esisto”), ma oggi sarebbe meglio esprimersi con “selfie ergo sum”: scatto selfie, dunque esisto. Perché non è più il pensiero che conta, ma il numero di mi piace chi si hanno sotto ad una foto.
Di questo passo non si può sapere dove si andrà a finire, ma visto che gli italiani se ne scattano più di un milione al giorno, è proprio il caso di dire: si selfie chi può!
Sofia Ponta
III Liceo Scientifico
“Duca degli Abruzzi”
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