Sei “scaglioni” per l’assegno antipovertà

TRIESTE. Da un minimo di 70 euro a un massimo di 550. La firma di Debora Serracchiani ufficializza scaglioni e cifre del regolamento per l’attuazione del sostegno al reddito approvato a inizio estate dal Consiglio regionale. Il paletto è quello dei 6mila euro all’anno di Isee ma solo chi rimane sotto i 1.000 euro otterrà l’assegno più alto.
Sette pagine e due allegati a concretizzare il primo “reddito di cittadinanza” in Italia inserito in una legge e in un sistema regionale. Il regolamento, approvato venerdì scorso dalla giunta e siglato ieri dalla presidente del Friuli Venezia Giulia, detta requisiti e condizioni di accesso, l’ammontare della misura, le modalità di formulazione della domanda ai comuni, la durata dell’erogazione e gli obblighi del nucleo familiare beneficiario, a partire dal rispetto del patto di inclusione, la “stretta di mano” con la Regione determinante a garantire il comportamento corretto di chi riceve un contributo pubblico in condizioni di difficoltà, in primis l’impegno a cercare l’inserimento nel mercato del lavoro.
Nell’allegato A sono precisati importi e fasce per i potenziali 10mila aventi diritto in regione. Nel caso di famiglia (anche di un solo componente) senza figli, l’assegno mensile (l’erogazione sarà però sempre bimestrale) va dai 70 ai 400 euro, con una graduazione a secondo dell’Isee. Gli scalini sono sei – da 0 a 1.000, da 1.000,01 a 2.000, da 2.000, 01 a 3.000, da 3.000,01 a 4.000, da 4.000,01 a 5.000, da 5.000,01 a 6.000 – anche per altre categorie. Nel caso di un figlio a carico l’integrazione al reddito va da 170 ai 500 euro, mentre con 2 o più figli la Regione verserà un assegno dai 220 ai 550 euro. E lo farà per almeno tre anni, il periodo della sperimentazione avviata con la legge 15. A poter accedere alla misura, si legge all’articolo 3 del regolamento, saranno le famiglie che, oltre a rispettare la soglia massima dei 6mila euro di Isee, dimostreranno, per almeno un componente, la residenza in regione da almeno 24 mesi, e che, inoltre, non risulteranno intestatarie di autovetture di grossa cilindrata (non oltre i 2.000 cc se a benzina e i 2.500 cc se diesel, per le moto il limite è di 750 cc) e beneficiarie di altri trattamenti economici di natura previdenziale, indennitaria e assistenziale di valore complessivo superiore a 600 euro, elevati a 900 euro in caso di presenza nel nucleo di persona non autosufficiente.
L’allegato B al regolamento è invece il modello di domanda di accesso, il modulo da compilare e presentare al servizio sociale del comune di residenza. Gli interessati riceveranno entro un mese dalla consegna conferma della regolarità dell’operazione e si vedranno recapitare il primo assegno nei successivi due mesi. Con cadenza bimestrale il contributo verrà erogato per 12 mesi rinnovabili, dopo un bimestre di sospensione, per un ulteriore anno a seguito di verifica del mantenimento dei requisiti. Condizione necessaria per ottenere il contributo sarà in ogni caso accettare il patto di inserimento, illustrato all’articolo 8, che comporta una ricerca attiva di lavoro, l’adesione a progetti di formazione o inclusione lavorativa, un impegno scolastico con regolare frequenza, comportamenti di prevenzione e cura volti alla tutela della salute, svolgimento di attività utili alla collettività, anche nell’ambito di progetti realizzati da realtà del terzo settore, enti locali e amministrazioni pubbliche.
Si dovrebbe partire, così ha anticipato l’assessore Maria Sandra Telesca, il primo novembre. Le risorse, assicura la Regione, ci sono. Anzi, cresceranno nei prossimi mesi. Si parte dai 10 milioni stanziati nella Finanziaria 2015, ma nel 2016 si aggiungeranno, a quanto rimasto in cassa per un utilizzo limitato a novembre e dicembre del finanziamento 2015, altri 10 milioni della prossima manovra, gli 11,5 milioni del Fondo solidarietà dei Comuni e diversi fondi derivanti dalla razionalizzazione di altre misure sociali. In cassa, dunque, si conteranno 30 milioni.
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