Sei esami su dieci si pagheranno di meno

È l’effetto del superticket variabile da 0 a 20 euro in vigore da aprile. Ma una visita su cinque costerà 20 euro
Una corsia d'ospedale
Una corsia d'ospedale

Si trattava di mantenere l’obbligo con Roma della compartecipazione del cittadino del Friuli Venezia Giulia al sistema dei ticket: 13 milioni di euro all’anno. Obiettivo raggiunto: quei soldi entreranno comunque nelle casse della Regione, «ma in modo più equilibrato, senza l’iniquità di un superticket da 10 euro che gravava su prestazioni di costo molto inferiore», afferma Maria Sandra Telesca il giorno dopo il via libera in giunta dell’operazione di rimodulazione del balzello.

Per poter definire le nuove quote da un minimo di 1,5 a un massimo di 20 euro, l’amministrazione regionale doveva innanzitutto far tornare i conti. «Abbiamo concordato la delibera con il ministero dell’Economia e delle Finanze, fermo restando che si trattava di non far mancare 13 milioni di entrate sul fronte dei ticket» spiega l’assessore alla Sanità. L’intenzione era però quella di superare la stortura di aggiungere 10 euro a prestazioni di costo più basso.

I numeri del superticket
I numeri del superticket

La giunta ha così cancellato innanzitutto il ticket per esami sotto i 5 euro (colesterolo, trigliceridi, glucosio, urine) e fissato comunque sotto i 10 euro il ticket di tutte le prestazioni fino a 35 euro. A conti fatti, si pagherà meno di prima in quasi sei casi su dieci rispetto a oggi. Stando alla tabella che la giunta ha preso a riferimento per la rimodulazione, su un totale di 1.578.181 visite o esami, 909.045 (il 57,6%) avranno un ticket inferiore ai 10 euro.

Accade di rado di cercare un unico valore nel sangue (le ricette per prestazioni sotto i 5 euro sono solo il 3,3%), mentre la fascia più numerosa (20,9%) è tra i 25 e i 30 euro (visita generale, oculistica, ginecologia, neurologica, radiografia del torace, elettroencefalogramma, spirometria), quella in cui l’esecutivo ha stabilito un ticket di 7,5 euro. Nel 12,3% dei casi, prestazioni tra i 15 e i 20 euro (elettrocardiogramma, esame dell’udito, rinoscopia, biopsia ghiandolare), la seconda fascia per numero di ricette, il ticket sarà invece di 4,5 euro. Nel restante 40% dei casi il ticket supererà i 10 euro, con la punta massima (20,8%) per le prestazioni sopra i 70 euro (iridectomia, biopsia bronchiale, colonscopia, endoscopia apparato digerente, amniocentesi, tac, risonanza magnetica).

Superticket variabile da 1,5 a 20 euro
Un medico in ospedale in una foto d'archivio

Un salasso per un cittadino su cinque, ma Telesca invita a pesare con attenzione le cifre. «In vari casi – spiega l’assessore – tac e risonanze si fanno una volta nella vita. Quando invece vi si deve ricorrere più di frequente, è molto probabile che il cittadino colpito da determinate patologie entri in regime di esenzione». Stesso discorso per gli ultrasessantacinquenni, numeri alti in una regione “vecchia” come il Friuli Venezia Giulia. Di fatto, fa sapere ancora Telesca, «la rimodulazione riguarderà non più di un terzo di popolazione. Ma l’obiettivo che riteniamo di aver raggiunto è l’equità del costo del ticket a seconda del valore della prestazione ricevuta».

Senza dimenticare che 200mila persone, quelle con un Isee inferiore ai 15mila euro, non pagheranno nemmeno un centesimo di ticket. Un beneficio che la Regione riuscirà a coprire dopo aver stanziato in Finanziaria una quota di 5 milioni di euro. «È l’aspetto sociale del provvedimento, quello che ci ha visto intervenire sulle fasce più deboli». In questo caso, dal prossimo primo aprile, l’utente si dovrà recare nelle strutture sanitarie della regione con in mano il calcolo aggiornato dell’Isee o con la Dsu, la dichiarazione sostitutiva unica, in modo da dimostrare di rientrare nella fascia a ticket zero.

Dopo di che, una volta inserito nei sistemi informatici del Ssr, non dovrà più portare con sé nessun documento, sempre che non sia nel frattempo cambiata la situazione reddituale. Le Aziende sono infatti state dotate da Insiel di uno specifico programma che consente di registrare il diritto all’esenzione al momento dell’effettuazione della prima prestazione sanitaria.
 

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