Seggio blindato e tutele nell’incontro congiunto con le due minoranze

I rappresentanti della comunità slovena in Italia e di quella italiana in Slovenia ricevuti dai Presidenti. Fra i temi quello parlamentare e il bilinguismo oltreconfine. L’Ui attende di vedere approvata da Roma la legge d’interesse per chi vive in Istria, Dalmazia e a Fium
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e il presidente della Repubblica slovena Borut Pahor durante la visita al Narodni Dom, che oggi è stato restituito alla minoranza slovena, Trieste, 13 Luglio 2020. ANSA/UFFICIO STAMPA QUIRINALE/PAOLO GIANDOTTI
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e il presidente della Repubblica slovena Borut Pahor durante la visita al Narodni Dom, che oggi è stato restituito alla minoranza slovena, Trieste, 13 Luglio 2020. ANSA/UFFICIO STAMPA QUIRINALE/PAOLO GIANDOTTI

TRIESTE. La comunità slovena domanda rassicurazioni in merito alla propria rappresentanza nel Parlamento di Roma, mentre quella italiana rivolge delle richieste a entrambe le Repubbliche. Ieri i presidenti Sergio Mattarella e Borut Pahor hanno ricevuto in maniera congiunta i rappresentanti delle due rispettive minoranze, italiana in Slovenia e slovena in Italia.

Era la prima volta nella storia che si verificava un simile avvenimento, salutato positivamente da entrambe le parti coinvolte: si è trattato evidentemente di un modo per non fermarsi al discorso della riconciliazione delle memorie, sul piano simbolico, ma al contrario guardare concretamente al futuro, pensando alla vita delle due comunità nazionali all’estero nel segno della cooperazione. Comunità che d’altronde intessono tra loro rapporti di collaborazione e d’amicizia ormai da anni.

All’incontro erano presenti innanzitutto i vari ministri che sono stati protagonisti della giornata di ieri, sia italiani che sloveni. Per la comunità slovena in Italia c’erano poi la senatrice del Pd Tatjana Rojc e i vertici delle due organizzazioni apicali, Ksenija Dobrila (Skgz) e Walter Bandelj (Sso). Specularmente hanno presenziato il deputato italiano in Slovenia, Felice Žiža; Alberto Scheriani, presidente della Comunità autogestita costiera della nazionalità italiana (Can); Maurizio Tremul, presidente dell’Unione italiana. Hanno preso la parola tutti e sei i rappresentanti delle due minoranze.

Tremul ha espresso soddisfazione per la restituzione del Narodni dom agli sloveni in Italia («un atto di verità e giustizia dovuto, nei loro confronti») nonché per il percorso di pacificazione, che ieri è stato intrapreso sui luoghi di Basovizza dedicati alle vittime di comunismo (Foiba) e fascismo (cippo dei fucilati sloveni). A nome della minoranza italiana ha poi avanzato una serie di richieste sia nei confronti di Roma che di Lubiana: «Dalla Slovenia ci attendiamo la piena attuazione del bilinguismo e dei nostri diritti, specie nei settori scolastico, universitario e mediatico, in particolare per Rtv Capodistria».

Ha proseguito Tremul: «Dall’Italia attendiamo da tempo l’approvazione della legge d’interesse permanente per la nostra comunità in Istria, Quarnero, Fiume e Dalmazia, che curi i nostri rapporti diretti con la nazione madre. Auspichiamo l’accoglimento delle richieste della Federesuli sul risarcimento appunto agli esuli. E speriamo inoltre nell’applicazione della legge di Tutela globale degli sloveni del Friuli Venezia Giulia, anche tramite garanzia di permanenza della rappresentanza slovena al Parlamento italiano».

Proprio su questo aspetto si è concentrata la senatrice Rojc: «Nel nostro caso, al centro delle richieste, c’è stata l’esigenza di una facilitazione per continuare ad avere una rappresentanza in Parlamento, che in questo momento è in discussione. Ho voluto inoltre ringraziare personalmente il presidente per aver reso possibile una giornata storica: vedere i due capi di Stato mano nella mano vale più di qualsiasi parola». Rojc ha sottolineato altresì come quello di ieri sia stato un «dialogo importante, perché ha costituito un’occasione di esporre i principali problemi di entrambe le comunità».

Per chiedere che nella nuova legge elettorale ci siano le clausole di salvataggio, negli scorsi giorni il consigliere regionale Igor Gabrovec (Slovenska Skupnost) aveva scritto al ministro Luigi Di Maio, sottolineando che «privare gli sloveni del proprio rappresentante in Parlamento sarebbe quantomeno contraddittorio con gli eventi che stiamo vivendo». In occasione della cerimonia di ieri il ministro degli Esteri ha risposto a Gabrovec per iscritto, impegnandosi ad approfondire la «questione nel prosieguo dei lavori parlamentari». 


 

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