Secondo caso di morte sospetta per morbillo in corsia a Trieste

TRIESTE Salgono a due i casi di sospetta morte per morbillo registrati in un ospedale triestino. L’ultima vittima è un ragazzo di 23 anni, deceduto domenica a Cattinara, dove si trovava già ricoverato per una grave forma di leucemia. L’AsuiTs eseguirà ora le analisi per stabilire se a causare il decesso sia stata appunto la malattia di cui soffriva in precedenza o invece il morbillo, contratto in ospedale a causa del calo di difese immunitarie.
Si tratta come detto del secondo caso di sospetto decesso per morbillo, riconducibile però allo stesso focolaio costato la vita alla prima vittima, un ultracinquantenne morto nell’altro ospedale di Trieste, il Maggiore, in ottobre. Lo stesso mese in cui avevano contratto il virus altre cinque persone: tre operatori sanitari e due pazienti. Uno di loro è appunto il ragazzo morto domenica. L’altro, fanno sapere dall’AsuiTs, è invece guarito dopo essere stato ricoverato nel reparto di Malattie infettive.
Il ragazzo morto domenica era rimasto in Terapia intensiva per oltre 40 giorni, seguito quotidianamente da una squadra di infettivologi, ematologi, cardiochirughi, pneumologi. Tutti i rispettivi reparti sono stati coinvolti nel trattamento. La causa del ricovero era come detto una malattia ematologica, per la quale il giovane è stato trattato anche con la chemioterapia, alla quale il paziente aveva reagito positivamente. Ma che, come confermato dall’Azienda, aveva creato condizioni di «immunodepressione».
Durante il ricovero, poi, alcuni problemi respiratori hanno costretto il personale sanitario a collegare il paziente a una macchina per la respirazione extracorporea, visto che non era più in grado di respirare autonomamente. Purtroppo l’indebolimento del suo sistema immunitario ha esposto il giovane ad altre complicazioni, tra cui il contatto con il virus del morbillo. Che, appunto, potrebbe essere stata la causa del decesso. Come nel caso di ottobre, saranno però gli esami specifici a confermare o smentire la “colpevolezza” del morbillo. In entrambi i casi, sottolinea il personale dell’Azienda, si tratta di persone immuno-compromesse: identificare la causa del decesso non è un processo automatico.
L’AsuiTs, comunque, invita a non creare allarmismi. Il focolaio, assicurano i vertici sanitari, è stato arginato: al momento non sono stati registrati nuovi casi né tra gli operatori sanitari né tra i pazienti. A causa dei tempi di incubazione del morbillo, comunque, soltanto le prossime settimane potranno dare una certezza definitiva al riguardo. Ma si tratta più che altro di una misura di sicurezza. Anche perchè , come precisato, il terzo paziente è guarito ed è stato dimesso.
Naturalmente episodi di questo genere costringono sempre il sistema sanitario a mettere in campo delle contromisure. La morte del ragazzo ha spinto quindi l’AsuiTs ad effettuare tutta una seriea di azioni di profilassi: controlli a tappeto sui suoi dipendenti entrati in contatto con il giovane, e una “pausa” da 21 giorni a casa (una sorta di quarantena) per chi è risultato privo degli anticorpi per il morbillo. Una misura comunque precauzionale, fa sapere l’Asuits, che ha però creato inevitabilmente qualche disagio ai vari reparti coinvolti, che hanno dovuto mettere mano all’organizzazione dei turni a causa degli organici ridotti.
Altro l’Azienda triestina non dice, limitandosi a far sapere che oggi diramerà un comunicato stampa in cui darà conto dello stato dei lavori di profilassi. Nelle scorse settimane il direttore sanitario Aldo Mariotto aveva sottolineato che «è stato subito attivato il protocollo e abbiamo effettuato i controlli del caso su circa 200, 250 soggetti entrati a contatto nei vari reparti con le persone infette».
La causa “generale” alla base del focolaio resta la soglia di vaccinazioni ancora troppo bassa. Ha spiegato sempre su queste colonne Riccardo Tominz, direttore del dipartimento di Igiene e sanità pubblica: «Le coperture restano inferiori al 95%, e soprattutto ci sono molte persone non protette sia nei gruppi a rischio di contrarre morbillo grave sia fra chi sta o potrebbe stare a contatto con loro. Tanto che - aveva concluso - non risultano tra i casi soggetti correttamente vaccinati con due dosi di vaccino». —
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