Seconde case a Trieste, la prima rata sarà del 9,7 e non del 10,6
È uno dei tormenti politici più delicati, stressanti e forse cruciali del nuovo governo Letta: abolire l’Imu sulla prima casa come detta il Pdl senza sosta, o rimodulare la tassa sulla casa secondo reddito come suggerisce il Pd del premier? Intanto il problema è capire che cosa succede se arriva davvero, come pare certo, il decreto che sospende il pagamento della prima rata di giugno. Ma la sorpresa per i contribuenti triestini non è tutta qui. Ce n’è un’altra, dell’ultimo minuto, anche per i proprietari di seconda casa e fabbricati, già ben avvertiti che la loro aliquota deve salire dal 9,7 per mille all’indice massimo di 10,6 per rimpinguare il bilancio comunale del 2013. Il Comune ha deciso di rimandare di un attimo la decisione definitiva. E le conseguenze saranno ben concrete, come spiega l’assessore al Bilancio, Matteo Montesano.
Assessore, oggi era previsto un consiglio comunale per deliberare l’aliquota del 10,6 per mille sulle seconde case. Perché è stato annullato?
Perché abbiamo fatto un approfondimento normativo. Abbiamo scoperto che non è necessario deliberare assolutamente entro il 9 maggio e spedire telematicamente entro il 16 al ministero delle Finanze le decisioni sulle aliquote. Siccome chiuderemo il bilancio più avanti, e la delibera dell’Imu incide appunto sul bilancio, non ci è parso opportuno anticipare la decisione.
In concreto che cosa significa questa cautela?
Che la prima rata dell’Imu per le seconde case resta per adesso al 9,7 per mille come prima. I cittadini a giugno pagheranno la cifra dell’anno scorso. Se al momento di chiudere il bilancio avremo ancora la certezza che è indispensabile fissare l’aliquota massima, faremo allora una delibera, nella sua sede naturale, e cioé poco prima che il bilancio sia approvato. E a dicembre la cifra complessiva delle seconde case sarà conguagliata, e si pagherà anche la parte che era mancante nella prima rata.
Non vi eravate accorti che si poteva rimandare la decisione o che cosa è successo?
Non ci eravamo accorti. Ci pareva che se la comunicazione al ministero non fosse arrivata entro il 16 maggio, le aliquote sarebbero state immodificabili per l’intero anno. Così non è. Se approviamo il bilancio entro metà giugno, possiamo iscrivere a Roma in novembre l’aliquota modificata. A valere sul saldo di dicembre.
Vi siete dunque lasciati ancora una possibilità?
Se avessimo voluto la tariffa operativa subito, l’avremmo deliberata. Ma poiché l’introito dell’Imu ha valenza sul bilancio annuale e non per un incasso immediato di liquidità, e poiché è una scelta importante, e anche penalizzante, non ci è sembrato opportuno alzare la cifra prima di aver chiuso la contabilità complessiva.
Si potrebbe dire: se per caso vincessi la lotteria...
Sì, è così. Supponiamo, in teoria, che nell’arco di queste settimane avessimo una sorpresa positiva... Potremmo restare al 9,7, o alzare meno.
Il governo invece sta per sospendere il pagamento della prima rata dell’Imu sulle prime case. Quanto vi portava nelle casse, e che cosa cambia ora se viene soppressa?
Quanto esattamente portava non l’ho sotto mano, ma il problema non è questo. Il governo eventualmente sospende la prima rata, non l’Imu intera, a quanto si sa oggi. E il Comune non ha, sul momento, problemi di liquidità, quindi se l’Imu si dovesse versare per intero a dicembre, anziché in due soluzioni, per la stesura del bilancio non cambia assolutamente nulla. Non più due rate ma una, e la cifra finale c’è lo stesso, come per le seconde case. Il calcolo per noi va fatto sull’anno intero.
Dunque nell’attesa non siete finiti in apprensione?
Ora no. E finché non viene decretato l’annullamento totale dell’imposta sulla casa non lo saremo. Le modalità di pagamento, se l’istituto resta, non fanno differenza per il bilancio annuale.
Ovviamente, se fosse invece annullata...
Certo, se l’Imu venisse cancellata del tutto le cose cambierebbero. L’Imu sulla prima casa nel 2012 (due rate) era stata del valore di 20 milioni di euro per la quota che spetta al Comune. Soldi che entrano nel capitolo della spesa corrente e servono perciò a pagare i servizi ai cittadini. Se vengono a mancare, lo Stato deve trovare una misura compensativa. Si capisce che se da entrate correnti per 300 milioni “escono” 20 milioni, una compensazione ci vuole per continuare a garantire i servizi.
Da tecnico, senza considerare quale parte politica presenti le diverse opzioni in campo, lei sarebbe più favorevole all’abolizione totale dell’Imu (Pdl) oppure a uno scaglionamento della tassa secondo reddito(Pd)?
Non sono considerazioni facili da fare adesso. A oggi si constata che la tassa sulla casa è una modalità per garantire le entrate dei Comuni. E che quanto togliamo a queste entrate dobbiamo trovarlo da un’altra parte. Se davvero si elimina l’Imu “prima casa”, bisogna vedere quali misure alternative vengono prese.
L ei dice che potrebbero essere semplicemente introdotte altre tasse, e che la loro natura va giudicata?
Sì, fino a quando non si vede il quadro complessivo non si può dire in astratto quale opzione sia la migliore.
E dunque a che punto è la stesura del vostro bilancio da cui anche l’Imu dipende?
Credo che al massimo fra una settimana vedremo la luce. Non dico che fra una settimana sarà approvato, ma che avremo finalmente completato la redazione in sede tecnica.
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